Armi biologiche
Perché l’epidemia di Coronavirus è iniziata in Cina?
Circola con forza la storia che il Coronavirus era già presente nel mondo ben prima della crisi para-pandemica, che altro non avrebbe fatto che portare il virus alla rilevazione medico-statistica mondiale. La storia, sussurrata da un po’ nei circoli dello scetticismo omepatico, approda in TV per bocca di Bersani.
Difficile non vedere l’agenda politica di una simile dichiarazione: il governo ha fatto tutto il possibile, non ha colpe, non ci sono stati ritardi o falle, neanche nei confronti della Repubblica Popolare Cinese, che è veramente vostra amica.
Riteniamo molto pericolosa la rinunzia alla ricerca dell’origine del Male, perché la rinunzia della ricerca della Verità è sempre malefica
Tale teoria mette al riparo il governo dalle responsabilità e gonfia il petto allo scetticismo no-vax, per il quale si tratta solo di un’influenza di passaggio.
Tuttavia, il risultato è la creazione di una «notte in cui tutte le vacche sono nere», un grande magma indistinto in cui non si capisce quale sia l’origine dell’epidemia, né se l’epidemia sia una epidemia – con buona pace delle megalopoli cinesi militarizzate e desertificate e del probabile smog da cremazioni di massa visibile dal satellite.
Ecco la creazione di una «notte in cui tutte le vacche sono nere», un grande magma indistinto in cui non si capisce quale sia l’origine dell’epidemia, né se l’epidemia sia una epidemia
Riteniamo molto pericolosa la rinunzia alla ricerca dell’origine del Male, perché è sempre malefica, a nostro avviso, la rinunzia della ricerca della Verità. La quale Verità, come sappiamo, rende libere le persone e quindi scompagina le agende della Politica.
Che il virus possa provenire dal laboratorio di Microbiologia di Wuhan, l’unico in Cina a poter operare a BL4 (il massimo livello di sicurezza biologica secondo lo standard mondiale, sono i luoghi ultra-protetti dove si studiano batteri e virus per i quali non c’è cura o vaccino che tenga), è argomento che abbiamo già trattato su queste colonne.
Le teorie per cui il virus sarebbe derivato dal pipistrello a ferro di cavallo o dal pangolino (!) lasciano il tempo che trovano: anche qui, la scienza brancola nel buio.
Vale la pena di menzionare una breve interessante riflessione gastronomico-religiosa pubblicata dal New York Times. L’autore, Yi-Zheng Lian, è un ex redattore capo dell’Hong Kong Economic Journal, docente universitario e opinionista sul quotidiano di Nuova York.
Due fattori culturali che aiutano a spiegare la diffusione virale sono per antonomasia, anche se non unicamente, cinesi
Lian ritiene che la definizione del Coronavirus come «cinese» (è il caso delle proteste contro un titolo su un giornale di Rupert Murdoch in Australia, l’Herald Sun) sia fuorviante, ma per quanto riguarda l’attuale epidemia, due fattori culturali che aiutano a spiegare la diffusione virale sono per antonomasia, anche se non unicamente, cinesi.
La Cina punisce il messaggero
Il primo fattore: la lunghissima storia della Cina che punisce il messaggero. Un medico che aveva segnalato sui social media il rischio di un possibile focolaio virale è stato tra le diverse persone convocate dalla polizia a Wuhan all’inizio di gennaio e gli è stato intimato di non diffondere voci. È morto di recente dopo essere stato infettato da COVID-19.
La SARS nel 2002 era stata coperta dalle autorità locali da oltre un mese e il chirurgo che per primo lanciò l’allarme venne trattenuto in detenzione militare per 45 giorni
Nel 2008, è scoppiato uno scandalo per le contaminazioni nel latte in polvere per bambini. Si scoprì che i principali produttori cinesi avevano aggiunto melanina al latte in polvere. Morirono 6 bambini sono morti, mentre altri 54.000 hanno dovuto essere ricoverati in ospedale. Quattro anni dopo, la gola profonda accusata di aver scoperto il problema fu accoltellato a morte in circostanze misteriose.
La gola profonda accusata di aver scoperto il problema del latte in polvere adulterato fu accoltellato a morte in circostanze misteriose
Questi sono esempi recenti, ma ciò non significa che debbano essere relegati esclusivamente al Partito Comunista Cinese: la pratica di punire chiunque porti verità imbarazzanti è stata all’ordine del giorno almeno dal tempo di Confucio, nel VI secolo a.C.
La pratica di punire chiunque porti verità imbarazzanti è stata all’ordine del giorno almeno dal tempo di Confucio, nel VI secolo a.C.
Ciò può sembrare un consiglio abbastanza innocuo, financo saggio come il nostrano mens sana in corpore sano. Bisogna però considerare il destino di uno degli amati studenti di Confucio, Zi Lu , noto anche come Zhong You , dopo che si era imbattuto nel precetto: per aver cercato di rimproverare un usurpatore in una lotta di potere tra signori feudali, fu ucciso e il suo corpo tritato, causando, si dice, il rifiuto di Confucio di mangiare carne macinata.
«Il colpo colpisce l’uccello che tira fuori la testa»
Questo, a sua volta, alla fine ha dato origine al più vecchio adagio moderno, «Il colpo colpisce l’uccello che tira fuori la testa».
Come noto, pochi mesi dopo seguì la «Campagna anti-destre» durante la quale centinaia di migliaia di persone istruite che avevano parlato durante i «Cento fiori» furono mandate in prigione, costrette all’esilio o sottoposte a anni di maltrattamenti, le loro carriere e le loro famiglie distrutte. «Il colpo colpisce l’uccello che fa tira fuori la testa»: quale migliore dimostrazione.
Punire le persone che dicono la verità è stata una pratica standard dell’élite al potere cinese per più di due millenni.
Punire le persone che dicono la verità è stata una pratica standard dell’élite al potere cinese per più di due millenni. La politica di repressione del messaggero ha indubbiamente contribuito a diffondere il Coronavirus, in Cina e quindi nel mondo.
Jinbu, il cibo magico
Un secondo fattore culturale alla base dell’epidemia sono le credenze tradizionali cinesi sui poteri di alcuni alimenti, che hanno incoraggiato alcune abitudini considerate pericolose.
Un secondo fattore culturale alla base dell’epidemia sono le credenze tradizionali cinesi sui poteri di alcuni alimenti
Vi è, in particolare, l’aspetto della cultura alimentare cinese noto come jìnbǔ(進補), la cui traduzione significa, approssimativamente, «colmare il vuoto». Alcune delle sue pratiche sono folkloristiche o esoteriche, ma anche tra i cinesi che non le seguono, il concetto è pervasivo.
Il jinbu è una teoria alimentare olistica, che parte del presupposto per cui è meglio curare una malattia con il cibo che con la medicina. Le malattie derivano quando il corpo è impoverito di sangue ed energia, sebbene non sia quel tipo di sangue ed energia studiato in biologia e fisica, ma una versione mistica di questi elementi.
Si pensa che piante rare e animali selvatici portino il miglior apporto, specialmente se mangiati freschi o crudi. Si dice che l’inverno sia la stagione in cui il corpo ha bisogno di più alimenti jinbu e ciò, si chiede Lian, «potrebbe aiutare a spiegare perché sia la SARS che l’attuale epidemia sono scoppiati in quel periodo dell’anno?»
Si pensa che piante rare e animali selvatici portino il miglior apporto, specialmente se mangiati freschi o crudi
I più convinti credenti convinti del jinbu sembrano considerare il principio per cui (Yǐ xíng bǔ,以形補形)«Le forme simili mangiate rafforzano le forme simili», principio non distante dal nostro «Similia similibus curantur», espressione attribuita a Samuel Hahnemann, considerata il fondamento dell’omeopatia.
Nel caso cinese però la parola xíng (形), «forme» è a volte riferita agli organi umani e alle loro funzioni. Gli aderenti al jinbu contano come preferiti una lunga lista di cibi esotici «i cui metodi di approvvigionamento o preparazione possono essere tremendamente crudeli, con alcuni semplicemente troppo rivoltanti per descrivere qui».
Gli aderenti al jinbu contano come preferiti una lunga lista di cibi esotici «i cui metodi di approvvigionamento o preparazione possono essere tremendamente crudeli, con alcuni semplicemente troppo rivoltanti per descrivere qui»
Le cistifellea e la bile raccolte da orsi vivi sono buone per il trattamento dell’ittero; l’osso di tigre aiuta le erezioni.
Le persone meno abbienti possono nutrirsi della carne di cane – preferibilmente «un cane che è stato inseguito prima di essere macellato, perché alcune persone credono che si ottengano più benefici jinbu dal mangiare un animale il cui sangue ed energia sono aumentati».
Le persone meno abbienti possono nutrirsi della carne di cane – preferibilmente un cane che è stato inseguito prima di essere macellato
Allo stesso modo, si pensa che gli animali uccisi poco prima di servire siano più potenti in termini di jinbu, e questo è uno dei motivi per cui nei cosiddetti «wet market» («mercati umidi», espressione che nell’inglese di Hong Kong e singapore indica mercati bagnati erano tradizionalmente luoghi che vendevano animali morti e vivi all’aperto, tra cui pollame, rettili, maiali, etc.) le offerte più esotiche tendono a essere vendute vive, rendendoli anche vettori più potenti per qualsiasi virus che potrebbero contenere.
Dobbiamo quindi parlare di uno degli animali considerati come probabile base dell’epidemia; gli animali che statisticamente raccolgono su di essi e nel loro guano quantità incredibili di patogeni: i chirotteri.
Si dice che i pipistrelli, che sono ritenuti la fonte originale sia dell’attuale Coronavirus che del virus SARS, siano buoni per ripristinare la vista
«Si dice che i pipistrelli, che sono ritenuti la fonte originale sia dell’attuale Coronavirus che del virus SARS, siano buoni per ripristinare la vista – specialmente le feci granulari degli animali, chiamate Yèmíng shā, “sabbie di splendore notturno”».
Il consumo di animali selvatici esotici è stato a lungo sostenuto dagli studiosi ed elevato a pensiero mistico. Esso è incluso nel trattato esoterico Huángdì nèijīng («Il Canone Interiore dell’Imperatore Giallo»), scritto circa 2000 anni fa e ancora oggi venerato da molti cinesi che hanno a cuore la salute.
È vero che queste pratiche non sono comuni in tutta la Cina. Né sono unicamente cinesi. Ma in Cina è che queste credenze sono accettate anche tra le persone che non le mettono in pratica
In sostanza, la cultura cinese è profondamente permeata da credenze sui benefici per la salute di alcuni alimenti della fauna selvatica. Tali idee sono discusse apertis verbis sui giornali e su numerosi siti Internet dedicati, nonché sono insegnate nelle scuole mediche cinesi, che in Cina costituiscono un curriculum parallelo ed equivalente rispetto alla medicina occidentale: ambo le medicine sono infatti presenti negli ospedali cinesi.
«È vero – scrive Lian – queste pratiche non sono comuni in tutta la Cina. Né sono unicamente cinesi: molte persone in molti altri paesi mangiano anche cibi esotici. Ma ciò che è notevole della Cina è che queste credenze sui poteri speciali di alcuni alimenti sono state accettate anche tra le persone che non le mettono in pratica. Si sono saldamente radicati nella coscienza collettiva cinese».