Protesta

Perché Ciccio Puzzer non è andato a Milano?

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Era stata annunziata la presenza di Stefano «Ciccio» Puzzer presso la piazza più calda d’Italia – la protesta del sabato a Milano.

 

Avevamo dato conto del tono al limite del grottesco in cui si annunciava l’«evento» («Stefano Puzzer, portavoce dei portuali di Trieste sabato 30 Ottobre incontra la piazza milanese!»), e al contempo avevamo dato dieci ragioni per non stare a sentirlo.

 

Alla fine lui non si è presentato.

 

Come risulta anche dai video pubblicati al volo in rete, la gente fino all’ultimo lo ha aspettato.

 

"No Paura Day" a Milano: atteso arrivo Puzzer

 

Annunciato tra i «tra i relatori della conferenza dei diritti costituzione il diritto alla libertà e al Lavoro» non si fatto vedere

Tuttavia lui, annunciato tra i «tra i relatori della conferenza dei diritti costituzione il diritto alla libertà e al Lavoro» non si fatto vedere.

 

Anzi, ancora peggio: sembra che il nostro sia invece sbucato a Genova. Perché?

 

Non abbiamo al momento traccia della motivazione. Non in un qualche nuovo spericolato comunicato a caso, non dai canali Telegram, niente – anzi se il lettore ha qualche informazioni più di noi ci aiuti.

 

Ancora più inquietante è il fatto che in pochi si siano chiesti cosa possa essere successo. Moltissimi non si pongono nemmeno il problema, magari molti di coloro che sono andati in Piazza Duomo sotto la pioggia per sentire lui. Non essendo arrivata giustificazione, non sarebbe sbagliato se qualcuno si ritenesse perfino offeso. Quando vai ad un concerto e il cantante sparisce, un po’ di delusione, talvolta di rabbia, ti sale.

 

Moltissimi non si pongono nemmeno il problema, magari molti di coloro che sono andati in Piazza Duomo sotto la pioggia per sentire lui

Il ragazzo aveva promesso, sin da quel video nel vicoletto in cui annullava le grandi manifestazioni di Trieste, di andare in tour nelle piazze d’Italia – e la più seria, a questo punto, la principale, era Milano.

 

Ci tocca quindi andare a recuperare qualche straccio di motivazione sull’ANSA, ma non troviamo un granché, forse solo un velo di amarezza di chi aveva preparato la piazza – uno degli «esponenti bolognesi della protesta» dice « Stefano non riuscirà a venire con noi, per poi aggiungere che «questa volta non è stato all’altezza delle aspettative».

 

Affidiamoci allora alla portaerei della contro-informazione italica, Byoblu: «Puzzer ha deciso di recarsi a Genova per sostenere la protesta dei colleghi che hanno manifestato contro la tessera verde, non riuscendo a raggiungere in tempo la piazza di Milano». Questa cosa del «non raggiungere in tempo» un po’ non suona, visto che, come arcinoto, la protesta a Milano si inoltra sempre nella notte. Se si fosse fatto vedere anche solo per camminare per qualche metro tra la folla al buio, certo ai molti che lo aspettavano nel primo pomeriggio non sarebbe dispiaciuto.

 

Insomma: informazione mainstream, informazione «indipendente» non aiutano. Sull’assenza del capo della protesta Triestina tutti brancoliamo nel buio.

 

Non è la prima volta, se ci pensate. Non sappiamo ancora bene perché le manifestazioni a Trieste furono cancellate. Non sappiamo bene nemmeno perché il Puzzer sia uscito subito dal «Coordinamento», poco dopo l’incontro al vertice col ministro Patuanelli – ricordandoci che il «Coordinamento» era stato creato poco prima

Non è la prima volta, se ci pensate. Non sappiamo ancora bene perché le manifestazioni a Trieste furono cancellate. Non sappiamo bene nemmeno perché il Puzzer sia uscito subito dal «Coordinamento», poco dopo l’incontro al vertice col ministro Patuanelli – ricordandoci che il «Coordinamento» era stato creato poco prima.

 

Insomma, il solito porto delle nebbie.

 

Nel frattempo, ci sovviene quella bizzarra richiesta di scuse al ministro Lamorgese per lo sgombro violento del Porto. Ammettiamo che un po’ ci faceva sorridere: ti tirano addosso i lacrimogeni, i getti d’acqua, ti caricano, ma tu vuoi le scuse – come al campetto di calcio da piccoli, le baruffe per le scivolate proibite e i falli col gomito, che poi però si risolvevano benignamente con un «facciamo pace», ci si dava la mano e poi via a far merenda. In genere di un ministro degli Interni si chiedono le dimissioni, non le scuse. Ma forse ci sbagliamo.

 

Ecco, non sappiamo se qualcuno ha chiesto scusa per il pacco di Piazza Duomo. Qui sarebbe più consono, diciamo.

 

Ma anche qui, torna la voglia di rinunciare a capire. Anzi, ci berremmo pure sopra un’ombra, anzi un governo-ombra.

 

Come abbiamo già dichiarato, se di mezzo continuano ad esserci cose così, rinunciamo a cercare di comprendere il quadro della situazione.

 

Se qualcuno vuole spiegarci, siamo tutt’orecchi.

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

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