Bioetica
Pena detentiva per una donna britannica che ha abortito quasi al termine della gravidanza
Una donna britannica è stata condannata a 28 mesi di carcere per aver mentito ai medici al fine di ottenere la possibilità di abortire oltre i termini di legge previsti nel Paese.
Il caso è avvenuto durante i lockdown. Una 44enne madre di tre figli rimasta incinta nel 2019 ha ottenuto pillole abortive nel 2020, anno del lockdown, ma ha mentito sull’età gestazionale del bambino.
Va ricordato che nel Regno Unito – Inghilterra, Galles e Scozia – il limite di tempo per un aborto è fissato a 24 settimane di gravidanza: in altre parole, il bambino ha allora cinque mesi e mezzo. Questa donna ha contattato telefonicamente un servizio per l’aborto quando era incinta di 32-34 settimane: quasi a termine. Il bambino è quindi perfettamente vitale.
Sono stati chiamati i soccorsi perché la donna era in travaglio, ma il bambino è stato dichiarato morto dai medici poco dopo il loro arrivo.
Questa è esattamente un’accusa per aver causato la morte di un bambino non ancora nato, ma che avrebbe potuto nascere vivo e vitale. La donna è stata condannata a 28 mesi di reclusione, metà dei quali sospesi.
L’accusa ha sottolineato il fatto che la donna «ha mentito sulla durata della gravidanza» e che «l’assunzione di pillole abortive è stata un atto premeditato e deliberato».
Secondo una legge ancora in vigore, una donna che abortisce al di fuori del quadro legale rischia l’ergastolo.
Il British Pregnancy Advisory Service (BPAS), che afferma di essere «il principale servizio di aborto nel Regno Unito», ha reagito con indignazione: «siamo sconvolti dalla decisione di condannare una madre di tre figli a 28 mesi di carcere per aver usato pillole abortive porre fine alla propria gravidanza», chiedendo un cambiamento nella legge.
Ma cosa avrebbe detto il BPAS se questa donna avesse ucciso uno dei suoi altri figli? Perché quello che era nel suo seno era perfettamente vitale. Tale logica mortale giustificherà inevitabilmente l’infanticidio.
La dichiarazione del BPAS continua: «le donne vulnerabili nelle circostanze più incredibilmente difficili meritano di più dal nostro sistema legale. Soprattutto, meritano maggiore considerazione da parte dello Stato, attraverso un sostegno e un aiuto adeguati, affinché non siano abbandonati a se stessi o spinti a tali decisioni. È a monte che dobbiamo agire».
La deriva abortista, voluta e promossa dall’OMS e da sempre più governi, lascerà le donne sempre più sole e spezzate dalla piaga dell’aborto.
E insieme a loro sono la famiglia ei bambini che vengono demoliti da questi infiniti omicidi, che ogni anno distruggono decine di milioni di vite umane.
Immagine di Ryan & Sarah Miller via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0); immagine tagliata