Scienza
Pecore con occhi bionici. Prossima fermata, gli esseri umani
La BBC riferisce che un team di ricercatori australiani è riuscito a far ottenere a un piccolo gregge di pecore una «vista eccezionalmente acuta» tramite degli occhi bionici impiantati chirurgicamente dietro la retina.
L’idea alla base dell’esperimento era assicurarsi che gli impianti non causassero effetti collaterali indesiderati. Il team dell’Università di Sydney e dell’Università del New South Wales afferma di aver avviato le pratiche per le sperimentazioni sugli esseri umani, come nella famosa serie tv americana degli anni Settanta L’uomo da sei milioni di dollari, dove al colonnello Steve Austin – protagonista della serie interpretato dall’attore Lee Majors – viene applicato un occhio bionico, oltre che vari arti che producevano quel suono caratteristico.
«Non ci sono state reazioni inaspettate dal tessuto attorno al dispositivo e ci aspettiamo che possa rimanere al suo posto per molti anni», ha detto alla BBC l’ingegnere biomedico dell’Università di Sydney, Samuel Eggenberger.
Il dispositivo, chiamato Phoenix 99, funziona trasmettendo in modalità wireless un feed della telecamera da una piccola camera attaccata a un paio di occhiali da sole sotto forma di segnali elettrici direttamente alle retine di chi lo indossa, secondo quanto riportato dalla BBC. Questi segnali vengono quindi elaborati dal nervo ottico e inviati al cervello.
Gli esperti ritengono che gli occhi bionici come il Phoenix 99 potrebbero diventare di uso comune nel giro di pochi anni. Secondo un rapporto di ricerca di mercato del 2021 emerso sempre dalla BBC, l’industria potrebbe valere oltre 400 milioni di dollari entro il 2028.
Ci sono molte altre aziende che lavorano su sistemi oculari bionici simili, tra cui Second Sight e Monash Vision Group, anch’essi con sede fuori dall’Australia.
Un’altra società con sede in Francia chiamata Pixium Vision sta anche testando il suo sistema basato su impianti di retina sugli esseri umani.
Al momento questi sistemi risultano ancora molto costosi, con alcuni che superano i 100.000 dollari. E ad oggi, la visuale effettiva fornita dai dispositivi rimane piuttosto limitata, riporta Futurism.
«Non ho dubbi che la tecnologia abbia trasformato la vita dei pazienti che hanno avuto la fortuna di ricevere questi impianti», ha detto alla BBC l’oftalmologo Diane Hilal-Campo, con sede nel New Jersey. «Attualmente, tuttavia, la tecnologia è limitata, consentendo solo la percezione della luce e delle ombre e, in una certa misura, delle forme».
Tutto ciò potrebbe presto cambiare poiché sempre più aziende stanno lavorando per trovare modi per ripristinare la vista dei non vedenti. Renovatio 21 ha riportato il caso di quella fabbrica che ha fallito e ha lasciato i suoi pazienti senza alcun tipo di assistenza.
Un nuovo centro di ricerca del MIT sta studiando esplicitamente la fusione del corpo umano con tecnologie avanzate come esoscheletri robotici e interfacce cervello-computer, con l’ambizioso obiettivo di sviluppare sistemi per ripristinare la funzione per le persone con disabilità fisiche e neurologiche, come già riportato da Renovatio 21.