Razzismo
Partito sudafricano presenta accuse di tradimento contro un gruppo bianco
Il partito dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, uMkhonto weSizwe («Lancia della Nazione», abbreviato in MK), ha presentato una denuncia contro il gruppo della minoranza afrikaner bianca AfriForum, accusandolo di tradimento dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tagliato gli aiuti al Paese a causa di una nuova legge controversa.
Il partito di opposizione MK ha annunciato la mossa lunedì, sostenendo che AfriForum ha «intenzionalmente esercitato pressioni sulle potenze straniere» per minare la sovranità e gli interessi economici del Sudafrica.
«Il loro tradimento non è altro che un atto di sabotaggio economico, un attacco diretto all’indipendenza della nostra nazione e un pericoloso tentativo di minare la volontà del popolo», ha affermato il partito in una nota.
La scorsa settimana, il presidente americano Donaldo Trump ha ordinato di sospendere qualsiasi assistenza finanziaria al Sudafrica, citando una legge sull’espropriazione approvata da Pretoria per affrontare le disparità razziali nella proprietà terriera e il suo caso di genocidio contro Israele.
L’uomo della Casa Bianca ha accusato Pretoria di «scioccante disprezzo per i diritti dei suoi cittadini» e ha affermato che la legislazione appena adottata consente al governo di confiscare proprietà agricole agli afrikaner senza indennizzo. Di fatto, l’ordine esecutivo di Trump offre il reinsediamento ai sudafricani bianchi ordinando alle agenzie governative di dare priorità nell’assistenza agli afrikaner.
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha respinto le accuse, sostenendo che il suo governo «non ha confiscato alcun terreno».
Gli afrikaner sono discendenti di coloni europei, per lo più provenienti dai Paesi Bassi, che arrivarono in quello che sarebbe diventato il moderno Sudafrica nel XVII secolo. L’economia più avanzata dell’Africa ha esteso il diritto di voto a tutti gli adulti nel 1994 e ha posto fine a decenni di apartheid, ma i contadini bianchi possiedono ancora la maggior parte delle terre del Paese. Pretoria ha fissato l’obiettivo di trasferire il 30% delle terre agricole ai contadini neri entro il 2030.
AfriForum ha fatto pressioni contro la legislazione negli Stati Uniti e attraverso campagne mediatiche, sostenendo che viola i diritti di proprietà. Il 3 febbraio, il gruppo non-profit ha avvertito che chiederà a Washington di imporre sanzioni a Ramaphosa e ai membri del suo partito, l’African National Congress (ANC), invece di punire «i residenti del Sudafrica».
Lunedì, il partito MK, membro del Progressive Caucus, un’alleanza che si oppone al governo di unità nazionale di Ramaphosa in parlamento, ha definito l’AfriForum un «nemico del popolo sudafricano».
«Il loro ultimo atto di tradimento, ovvero fare pressioni sul governo degli Stati Uniti affinché imponga misure economiche punitive al Sudafrica, è un tentativo deliberato di indebolire il nostro stato attraverso pressioni esterne», ha affermato MK.
«AfriForum ha una lunga e vergognosa storia di opposizione alla trasformazione democratica del Sudafrica, proteggendo gli interessi economici razzisti dell’élite privilegiata dei coloni europei e ignorando le sofferenze della maggioranza oppressa», ha aggiunto.
Il partito, il cui leader Zuma è già in disaccordo con l’ANC dopo la sua espulsione per aver guidato il partito MK alle elezioni dell’anno scorso, afferma di aver presentato una denuncia contro l’AfriForum presso la stazione di polizia centrale di Città del Capo.
In risposta, il capo di AfriForum Kallie Kriel ha definito le accuse «assurde».
«Le false accuse secondo cui AfriForum avrebbe diffuso informazioni fuorvianti sull’Expropriation Act e che questo sarebbe il motivo dell’azione degli Stati Uniti contro il Sudafrica sono palesi bugie», ha affermato.
AfriForum, un’organizzazione senza scopo di lucro per i diritti civili fondata nel 2006, è stata creata «per invitare gli afrikaner a partecipare al dibattito pubblico e ad azioni al di fuori della sfera della politica di partito», secondo il loro sito web.
Come riportato da Renovatio 21, i massacri dei contadini boeri sono una realtà che dura da decenni, e sulla quale il mondo ha voluto oscenamente chiudere ambo gli occhi. Alcuni attivisti sudafricani raccontano di decenni di crimini e tortura ai danni dei bianchi da quando è arrivata la «democrazia» di Mandela. Tuttavia, avvertono, «l’Europa sarà peggio».
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Immagine di Solidarity staff member via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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