Persecuzioni
Papa Leone XIV «profondamente addolorato» per l’attentato suicida islamico in una chiesa ortodossa in Siria
Martedì papa Leone XIV ha pubblicato un telegramma in risposta all’attentato suicida islamico di questa settimana in una chiesa ortodossa a Damasco, esprimendo la sua «profondo dolore» e la sua «sentita solidarietà» a tutti coloro che sono stati colpiti dal tragico attacco e chiedendo la pace nel paese devastato dalla guerra.
Il telegramma del 24 giugno del Pontefice esprimeva le sue condoglianze per la significativa perdita di vite umane causata dall’attentato suicida alla chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia a Damasco durante il fine settimana e pregava per il riposo delle anime delle vittime, per la guarigione di tutti i feriti nell’attacco e di coloro che piangevano la perdita dei propri cari, e infine per la pace e la guarigione in tutta la nazione, secondo quanto riportato dal sito ufficiale di informazione della Santa Sede Vatican News.
L’ attacco del 22 giugno è stato compiuto da attentatori suicidi islamici durante la Divina Liturgia della domenica sera, uccidendo oltre 20 fedeli, ferendone oltre 50 e devastando l’interno della chiesa.
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«Sua Santità Papa Leone XIV è stato profondamente rattristato nell’apprendere della perdita di vite umane e della distruzione causate dall’attacco alla chiesa greco-ortodossa di Mar Elias a Damasco, ed esprime la sua sentita solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia», si legge nel telegramma, firmato dal Segretario di Stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin.
«Nell’affidare le anime dei defunti all’amorevole misericordia del nostro Padre Celeste, Sua Santità prega altresì per coloro che piangono la loro perdita, per la guarigione dei feriti e invoca i doni di consolazione, guarigione e pace dell’Onnipotente sulla nazione», prosegue il telegramma.
Si ritiene che l’attacco sia stato compiuto da uomini legati allo Stato Islamico (ISIS) e – come attestato da Reuters e da testimoni oculari – sia stato opera di due aggressori. Un uomo avrebbe sparato ai fedeli all’interno, mentre il secondo avrebbe fatto esplodere il giubbotto esplosivo che indossava.
Al momento dell’attacco, circa 200 persone stavano partecipando alla Divina Liturgia.
Altri leader cattolici, compresi quelli di Gerusalemme, hanno rilasciato dichiarazioni simili condannando l’attacco:
«Non c’è alcuna giustificazione – religiosa, morale o razionale – per il massacro di innocenti, men che meno in uno spazio sacro. Tale violenza sotto le mentite spoglie della fede è una grave perversione di tutto ciò che è sacro. Questo è un atto di indicibile malvagità – un crimine contro l’umanità e un peccato davanti a Dio».
Anche il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia ha condannato fermamente l’attacco e ha chiesto alle autorità di assumersi le proprie responsabilità, chiedendo loro di «assumersi la piena responsabilità per quanto accaduto e continua ad accadere in termini di violazione della sacralità delle chiese e di garantire la protezione di tutti i cittadini».
Il patriarcato ha ulteriormente sottolineato la sua adesione al cristianesimo nonostante gli attacchi:
«Offriamo le nostre preghiere per il riposo delle anime dei martiri, per la guarigione dei feriti e per la consolazione dei nostri fedeli addolorati. Riaffermiamo il nostro incrollabile impegno nella fede e, attraverso questa fermezza, il nostro rifiuto di ogni paura e intimidazione. Imploriamo Cristo nostro Dio di guidare la nave della nostra salvezza attraverso le tempeste di questo mondo, Lui che è benedetto per sempre».
Come riportato da Renovatio 21, molti cristiani a Damasco hanno risposto ai bombardamenti marciando coraggiosamente lungo le strade portando grandi croci e cantando: «quanto è bella la morte alle tue porte, o Chiesa nostra».
Defying their bombs and terror, our people marched through Damascus with one voice:
We are all for Christ.They responded to violence with faith, and to fear with unwavering devotion. pic.twitter.com/AztUwgFsIl
— Greco-Levantines World Wide (@GrecoLevantines) June 23, 2025
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L’Islam è una delle principali fonti di persecuzione anticristiana in tutto il mondo e ogni anno i terroristi musulmani uccidono migliaia di cristiani in tutto il mondo, oltre a rapimenti, profanazioni e altre violenze e molestie.
Le cronache di questi mesi di massacri da parte dei miliziani sunniti contro le minoranze alawite e cristiane continuano a susseguirsi.
Di recente i cristiani siriani hanno dovuto affrontare persecuzioni particolarmente violente, tra cui la presunta esecuzione di 48 donne cristiane in un sobborgo di Damasco la domenica di Pentecoste.
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Leone XIV ha ripetutamente invocato la pace in Medio Oriente.
Il pontefice ha recentemente esortato i cristiani in Medio Oriente, compresi quelli in Siria, a rimanere nella loro patria, ma con il persistere di tali attacchi, la presenza della comunità cristiana nella regione rimane altamente instabile.
Come riportato da Renovatio 21, sembra esservi una recrudescenza importante delle attività ISIS in Siria e in Iraq. Secondo quanto detto la nuova Daesh considera il regima islamista instauratosi a Damasco come «apostata» (quindi, secondo l’ideologia takfira, passibile di distruzione e sterminio), tuttavia va ricordato che il nuovo presidente siriano al-Sharaa, precedentemente noto come al-Jolani, è stato tra le file dello Stato Islamico prima di finire nel ramo locale di al-Qaeda per poi essere catapultato al vertice dello Stato siriano.
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