Spirito
Papa Donaldo I, perché no? In arrivo potrebbe esserci un pontificato ben più allucinante
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un’immagine generata dall’Intelligenza Artificiale che lo ritrae in abiti papali, pochi giorni dopo aver scherzato sulla possibilità di diventare il prossimo papa. Molti si sono detti offesi, turbati, indignati dal post di The Donald.
L’immagine, condivisa sabato sulla sua piattaforma Truth Social, ritrae Trump in abiti papali bianchi, con un crocifisso dorato e una mitra, l’indice destro alzato al ciel: papa Donaldo I, raffigurato in un ritratto di saldo realismo.
Il post segue i commenti rilasciati da Trump ai giornalisti all’inizio di questa settimana. «Mi piacerebbe diventare papa, sarebbe la mia prima scelta», aveva detto in risposta alle domande sui potenziali successori di papa Francesco, scomparso il 21 aprile.
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Il presidente USA ha poi elogiato il cardinale Timothy Dolan di New York definendolo «molto bravo», sebbene gli osservatori vaticani ritengano improbabile l’elezione di un papa americano. Dolan, oggetto di una frecciatine in queste ultime ore da parte dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, pare comunque non aver gradito, facendo sapere che non si può prendersi gioco così – eppure è quello che si è visto varia volte, come alla tradizionale evento del cattolicesimo neoeboraceno chiamato Al Smith Dinner, dove tante volte ha riso rubizzamente a fianco del Donaldo.
Il presidente e la first lady Melania Trump hanno partecipato ai funerali di papa Francesco a Roma il 26 aprile, che hanno segnato il suo primo viaggio internazionale dal suo ritorno in carica a gennaio. Qui Trump ha avuto un’altra trovata iconica, facendo apparecchiare tra i marmi della navata di San Pietro due seggiole per parlare con Zelens’kyj della pace in Ucraina.
Come noto, Trump e Papa Francesco hanno una storia di scontri verbali, soprattutto su immigrazione e questioni sociali, Bergoglio arrivò a descrivere come «non cristiano» il muro anti-migranti ipotizzato da Trump durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016. Durante il suo secondo mandato, Trump ha introdotto rigide politiche sull’immigrazione, tra cui deportazioni di massa, che hanno suscitato critiche da parte del Vaticano. Eccezionale quando poi il Vaticano bergogliano reagì all’attentato a Trump in Pennsylvania, epperò senza nominarlo.
In una lettera inviata quest’anno ai vescovi cattolici degli Stati Uniti, Bergoglio – il papa dell’invasione terzomondiale massiva in tutto l’Occidente – aveva definito la repressione una «grave crisi» che lede la dignità dei migranti e ha messo in guardia dal dipingere le persone senza documenti come criminali.
Ora, è bene sfatare un mito: chiunque può essere eletto papa. Il papa non è scelto necessariamente tra i cardinali – come invece credono alcuni, che magari hanno visto troppo volte i film ignoranti tratti dai libri ignoranti di Dan Brown. Non c’è una lista ufficiale, non c’è un vero un elenco di papabili. C’è lo Spirito Santo che soffia: e i cardinali, per il grande dono della libertà dato agli uomini da Dio stesso, sono liberi di non ascoltarlo.
Quindi, se fosse scelto dal prossimo Conclave, The Donald potrebbe divenire pontefice? In realtà, no. Perché esistono delle condizioni minime: il papa deve essere cattolico, cioè battezzato. Il papa poi deve essere un uomo (sottolineiamo: maschio) celibe. Donaldo è cresciuto come presbiteriano – la madre era scozzese – quindi non è battezzato cattolico. In più, sappiamo che di mogli ne ha avute perfino diverse: c’è da dire tuttavia che due su tre erano cattoliche.
Melania è slovena, e, nonostante le tirate sull’aborto, sembra aver conservato qualcosa della religione nonostante sia cresciuta nella Yugoslavia comunista. Come riportato da Renovatio 21,el 2017, al momento dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, si dice che Melania avesse invitato a palazzo un esorcista. L’idea che hanno avuto molti è che nella Casa Bianca dove erano stati i Clinton, con la loro passionaccia per il vudù haitiano, c’era bisogno, e decisamente.
La prima moglie, la mitica Ivana, sciatrice e dama d’alta società cresciuta anche lei sotto il comunismo in Cecoslovacchia, risulta pure cattolica, tanto che alla sua morte, nell’estate 2022, i funerali si sono svolti in una chiesa cattolica di Nuova York.
Ci dispiace, papa Donaldo no, non si può fare. Rimane uno scherzo di un uomo che, ha scritto qualche settimana fa il Washington Post citando fonti interne alla casa bianca, «è la picco di non fregarsene nulla», e che quindi si permette di scherzare su un’istituzione che, vero, è sacra (specie per tantissimo suoi elettori!), tuttavia lo ha ostacolato in tutti i modi possibili.
È la fusione tra deep state e deep church di cui tanto ha parlato monsignor Viganò.
Ora, venendo alle cose serie, diciamo che lo scherzo racchiude una realtà ben terrificante.
Perché è estremamente probabile che uscirà dal Conclave una figura che farà ancora danni di quanti ne farebbe, improvvisando come di suo, Donaldo. Pensate a Parolin, pensate a quanta differenza nel rapporto con la Cina, rispetto a Trump, che possiamo pure dire che con il ritorno ai dazi si è fatto campione della tradizione americana. Pensate a Zuppi, e alle parole scherzose ma profetiche del cardinale Pell: «attenti, perché se Zuppi sarà eletto in conclave, il vero papa sarà Andrea Riccardi», ossia l’onnipotente fondatore della Comunità Sant’Egidio.
Il quale Riccardi va già in giro allargandosi in interviste ai giornali di Francia (con per soprammercato voci su suoi abboccamenti con Macron), dicendo che indietro non si torna, e proprio che Bergoglio era l’anti-Trump globale.
La domanda è semplice: preferireste sul Soglio Trump o Riccardi? Il secondo è molto vicino alla stanza dei bottoni petrini. Papa Donaldo I invece rimane una boutade, una boutade che, tuttavia, vale la pena di sognare.
È vero: dal 1389, in una tradizione non codificata praticamente ininterrotta, il Conclave sceglie il papa fra i membri del Collegio cardinalizio. Ciò non toglie che, vista la situazione (108 cardinali su 133 creati da Bergoglio…), ci sarebbe davvero bisogno di una scelta impossibile, un papa non-cardinale. Abbiamo qui in mente esempi fulgidi di qualche vescovo che sarebbe un papa perfetto.
Fino a poco fa, sarebbero comunque divenuti cardinali, anche se di fatto tradizionisti, quantomeno per una logica distributiva che vigeva prima del tempo presente, quando Bergoglio, come tutta la sinistra globale e gli apparati dello Stato profondo complici, ha optato invece per lo sterminio delle opposizioni, private di cariche, private della voce, e perfino della casa, delle cure mediche etc.
Quindi, vi prego, non indigniamoci per papa Donaldo I. Il cesaropapismo col ciuffo biondo non sarebbe la cosa più strana che abbiamo visto in questi anni. E, soprattutto, non sarebbe la peggiore.
Roberto Dal Bosco
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