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Pandemia, aumento dei bambini trattati per ingestione di sostanze

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L’epidemia di COVID-19 ha presentato molti pericoli per i bambini e un nuovo studio suggerisce che tra questi c’è stato un aumento dell’ingestione di sostanze illecite. Lo riporta la CNN.

 

Nel primo mese della pandemia nel 2020, si è verificato un aumento del 25% delle ingestioni complessive tra i bambini sotto i 6 anni negli Stati Uniti, secondo lo studio pubblicato venerdì su JAMA Network Open. Questi numeri sono cresciuti dell’1,8% in più al mese rispetto a prima della pandemia, afferma lo studio.

 

«L’aumento immediato e sostenuto dell’ingestione di oppioidi si è verificato durante il più grande aumento mai registrato di decessi per overdose negli adulti, in gran parte guidato dagli oppioidi sintetici», ha affermato l’autrice principale dello studio, la dott.ssa Brittany Raffa, istruttrice clinica in pediatria presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill e ricercatrice di cure primarie del National Research Service Award.

 

Lo studio ha esaminato i dati di 7.659 bambini di età inferiore ai 6 anni che sono stati trattati per ingestione di anfetamine, benzodiazepine, cannabis, cocaina, etanolo e oppioidi in 46 ospedali pediatrici.

 

Come riportato da Renovatio 21, anche dati italiani sembrano confermare effetti nocivi sui bambini dei lockdown, a partire dal forte aumento del consumo pediatrico di psicofarmaci durante la pandemia.

 

L’Italia è stata teatro di multipli casi di suicidio riusciti, lo stesso giorno, e senza correlazione tra le persone, con un +75% di casi di tentato suicidio di bambini rilevati dall’ospedale Bambin Gesù.

 

Per quanto riguarda l’anoressia, essa non solo è aumentata in lockdown, ma pare addirittura essere scesa di anni: ora i primi segni del disturbo comparirebbero nelle bambine di 8 anni.

 

Come scritto da Renovatio 21, ancora due anni fa, è indiscutibile che le restrizioni pandemiche abbiano trasformato i nostri figli in senso negativo, rendendoli più malati (è l’ipotesi recente dell’inspiegabile apparizione delle epatiti infantili), ma anche più violenti (con il grande incremento di atrocità, sempre più belluine e spudorate, commesse anche da adolescenti anche fuori dalle baby gang) e infine suicidi, come testimoniato del resto in tutto il mondo – nel Regno Unito è stato calcolato nel 2020 che, stando ai numeri, un bambino ha 10 volte più probabilità di morire per suicidio che non per COVID. Un anno fa emerse che forse 25 erano morti di COVID, centinaia erano morti invece per suicidio e traumi.

 

Anche nel lontano Vietnam, si è registrato un inaspettato aumento di suicidi nelle scuole riaperte dopo le chiusure pandemiche. Suicidi giovanili in aumento perfino in un Paese specializzato sul tema, il Giappone.

 

Il Nevada nel 2020 fu il primo Stato a porsi seriamente il problema di riaprire le scuole il prima possibile dopo che si verificò un’ondata di suicidi tra i ragazzini, che di fatto raddoppiò il tasso usuale.

 

Secondo la Royal Society Open Science, in Gran Bretagna i lockdown hanno portato alla depressione almeno 60 mila bambini.

 

Non mancano gli studi per cui la pandemia abbia prodotto bambini con turbe psichichequoziente intellettivo inferiore e con ritardi dello sviluppo psicologico, in ispecie riguardo l’apprendimento della lingua e il riconoscimento dei volti umani – qualcosa per il quale secondo gli esperti dobbiamo ringraziare l’uso della mascherina.

 

Gli effetti devastanti sulla psiche dei bambini possono essere visti anche nei loro disegni disturbanti.

 

 

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