Persecuzioni

Pakistan, ragazza cristiana di 15 anni rapita da ultraquarantenni

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Caricata su un rickshaw da due persone note mentre si recava al lavoro come domestica. Si teme che come già avvenuto in tanti altri casi i sequestratori presentino un certificano di conversione all’islam per registrare un matrimonio. L’attivista per i diritti umani Lala Robin Daniel: «Organizzeremo un sit-in a Faisalabad e resteremo lì con le famiglie delle vittime finché i tribunali non intraprenderanno azioni concrete contro i colpevoli».

 

 

Ancora una volta una ragazza cristiana di nome Saba, 15 anni, è stata vittima di un rapimento a sfondo sessuale in Pakistan da parte di persone note.

 

È avvenuto il 20 maggio nel quartiere di Madina Town a Faisalabad, nello Stato del Punjab: Muqaddas, la sorella di Saba, ha raccontato che entrambe si stavano recando nelle case dove lavorano come domestiche.

 

Intorno alle 9 della mattina due persone ultraquarantenni riconosciute come M. Y. and M. R., insieme ai loro amici, hanno spinto Muqaddas e caricato Saba nell’auto-rickshaw, portandola con loro.

 

Secondo la madre, Rubina Nadeem, Saba è stata rapita «per adulterio» e viene tenuta prigioniera in un luogo sconosciuto.

 

Il rapimento è confermato da due testimoni che stavano attraversando la strada per recarsi al lavoro quando la ragazza è stata sequestrata.

 

La donna ha sporto denuncia presso la stazione di polizia di Madina Town citando il reato 365-B del codice penale pachistano che recita: «Chiunque rapisca o sequestri una donna con l’intento di costringerla, o sapendo che è probabile che venga costretta, a sposare una persona contro la sua volontà, o al fine di costringerla o indurla a rapporti illeciti, o sapendo che è probabile che sarà costretta o indotta a rapporti illeciti, sarà punito con l’ergastolo e sarà anche passibile di ammenda».

 

La polizia sta cercando i colpevoli ma non è ancora riuscita a rintracciare la ragazza dal giorno del suo rapimento.

 

Secondo Simon Aleem, un attivista per i diritti umani, Saba è una ragazza innocente e vittima di un’ingiustizia che purtroppo continua a ripetersi.

 

Molte ragazze cristiane sono state prese di mira e rapite; pochi giorni dopo il sequestratore produce il certificato di conversione della ragazza e sostiene che abbia accettato l’islam volontariamente e si sia sposata con chi l’ha rapita.

 

«Il governo – commenta Aleem – deve prendere provvedimenti immediati contro i rapitori di Saba Nadeem. Come è possibile che una ragazza minorenne, rapita davanti alla gente, accetti l’Islam di sua spontanea volontà e si sposi con la stessa persona che l’ha rapita? Nel caso di Saba, entrambi i rapitori hanno più di 45 anni e la stessa cosa sta accadendo in altri casi di rapimento di ragazze cristiane: come fanno le nostre ragazze minorenni a innamorarsi di uomini anziani?».

 

«Ogni volta che c’è un problema con il governo o con i politici ricchi – aggiunge Lala Robin Daniel, un altro attivista di Faisalabad – i tribunali vengono aperti anche di notte solo per dare giustizia ai ricchi. Perché questi tribunali non possono rimanere aperti per dare giustizia a queste famiglie povere delle minoranze? Organizzeremo un sit-in a Faisalabad e resteremo lì con le famiglie delle vittime finché i tribunali non intraprenderanno azioni concrete contro i colpevoli e riporteranno indietro le ragazze rapite. È giunto il momento di alzare collettivamente la voce contro questi crimini».

 

 

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