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Ospedale accusato di aver rifiutato di rianimare una ragazza down non vaccinata

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Una 19enne del Wisconsin affetta da sindrome di down è stata considerata da un ospedale cattolico del Wisconsin come un caso da non rianimare (DNR – do not resuscitate, secondo le regole americane). Grace è quindi morta. I genitori ora sostengono di non aver dato il consenso, e chiedono risposte. Lo riporta Epoch Times.

 

Grace aveva la sindrome di Down ed è stata descritta da suo padre Scott come «high functioning», ad alto funzionamento. Era stata ricoverata per COVID.

 

I genitori Scott e Cindy  affermano che fin dall’inizio il personale ospedaliero criticava il rifiuto da parte della famiglia dei vaccini COVID, nonché la propensione della famiglia per i protocolli di cure precoci raccomandati dal gruppo America’s Frontline Doctors. Lo stesso padre Scott ha contratto il COVID in ospedale ed è guarito con farmaci diversi a quelli che stavano somministrando alla figlia, tra cui vi erano ansiolitici.

 

Ora il padre  sostiene che il livello di ossigeno nel sangue di Grace è stato ripetutamente registrato come inferiore a quello che era in realtà, per tentare di giustificare l’uso di un ventilatore. Poiché era presente, tuttavia, afferma di essere stato in grado di indagare e determinare che l’attrezzatura difettosa era responsabile delle letture basse.

 

Durante l’ora in cui la sorella Jessica era andata via dopo che le era stato detto che poteva andare a casa a fare una doccia,  la salute di Grace – che, sostengono, sarebbe stata legata al letto – sarebbe peggiorata e la sua sedazione aumentata.

 

Quel giorno, sostengono, a Grace sarebbe stata somministrata una combinazione di un sedativo, un farmaco per l’ansia e la morfina, nonostante il foglietto illustrativo dell’iniezione di morfina avvertisse che l’uso insieme ad altri farmaci che le erano stati somministrati «potrebbe provocare una profonda sedazione, depressione respiratoria, coma e morte».

 

Jessica dice che sua sorella sentiva freddo dopo l’iniezione di morfina delle 18:15, che un’infermiera sosteneva fosse normale. Un’altra infermiera ha affermato di non poter intervenire perché era codificata come «da non rianimare» (DNR). La famiglia ha insistito sul fatto che non lo fosse. Grace è morta alle 19:27.

 

La legge dello Stato richiede che l’agente sanitario di un paziente (in questo caso la madre Cindy) firmi il consenso scritto per lo stato DNR e che tali pazienti debbano indossare un braccialetto DNR. Non sarebbe qui stato il caso.

 

«Quando abbiamo urlato, ‘non è un DNR, per favore aiuta la nostra bambina’, e il personale infermieristico è rimasto lì dicendo: “Lei è una DNR”, quella è stata l’ultima violazione che ha portato alla sua morte», dice Scott. «Stavamo dando loro indicazioni per rianimare la paziente, ma non l’hanno fatto».

 

La famiglia ha presentato un rapporto di 14 pagine sul loro calvario all’ospedale (che deve ancora commentare pubblicamente la situazione) e stanno attualmente lottando per far certificare la causa della morte di Grace come grave negligenza.

 

 

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