Armi biologiche

Osama Bin Laden testava armi chimiche sui miei cani, dice il figlio. La nipote è Ultra-MAGA

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Omar bin Laden, figlio maggiore del fondatore ed emiro generale di Al Qaeda Osama Bin Laden, in un’intervista con i media britannici ha rivelato i dettagli della sua infanzia traumatica.

 

Bin Laden jr. lamenta un’educazione includeva percosse regolari; più in linea con il personaggio, ecco che spunta fuori la storia di papà Osama testava armi chimiche sui suoi cuccioli.

 

Quando la sua famiglia è fuggita in Sudan, suo padre avrebbe vietato tutto ciò che era americano, dall’aria condizionata agli inalatori per l’asma, nonostante i suoi figli soffrissero di questa condizione.

 

Lo sceicco saudita li avrebbe quindi costretti a sottoporsi a un duro addestramento di sopravvivenza nel deserto dove non avevano praticamente cibo né acqua e dovevano dormire in buche nel terreno.

 

Quando l’Omar aveva 15 anni, suo padre lo scelse per raggiungerlo in Afghanistan e lo nominò suo erede. Lo ha portato al campo dove addestravano i futuri terroristi.

 

Qui Omar avrebbe scoperto che i suoi cani da compagnia erano stati usati per testare armi chimiche ed è morto in agonia. Il figlio di Osama avrebbe pianificato la fuga quando suo padre emanò l’ordine che gli altri suoi figli diventassero attentatori suicidi. «Odiava i suoi nemici più di quanto amasse i suoi figli» ha dichiarato il Bin Laden junior ai media britannici. Scappò nell’aprile 2001, meno di sei mesi prima dell’11 settembre.

 

L’uomo, che afferma di non aver mai più parlato con il padre da allora, ora soffre di disturbo bipolare e dice che sentiva persino la voce di suo padre nella sua testa.

 

Quando gli è stato chiesto perché suo padre lo avesse scelto come suo erede, Omar ha suggerito che era perché era «più intelligente» dei suoi fratelli, motivo per cui probabilmente è «vivo oggi».

 

Un altro membro della famiglia Bin Laden si sta facendo invece conoscere negli USA. Noor Bin Laden, una delle (tante) nipoti di Osama, si presenta al pubblico americano come alfiere dell’Ultra MAGA, e afferma di far parte di una «maggioranza silenziosa» che si sta levando contro le élite globali.

 

 

«È per questo che il presidente Trump è stato una così grande spina nel fianco e l’intero movimento Ultra MAGA è una spina nel fianco così grande per loro», ha detto la Noor Bin Laden, che risiede per lo più in Svizzera, nel podcast di Steve Bannon War Room. «Lo penso giudicando l’intensificarsi dell’attacco e il palese, palese furto farsesco delle elezioni del 2020 e tutti i diversi sforzi”.

 

Nella sua prima apparizione il mese scorso, la 35enne ereditiera del casato Bin Laden (il nonno, padre di Osama, partito da facchino all’hotel divenne un ricchissimo appaltatore ed ebbe 54 figli) ha difeso i partecipanti all’insurrezione del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti, definendoli «prigionieri politici» ed elogiando quei legislatori che li hanno difesi.

 

«Possiamo essere davvero grati per i rappresentanti Marjorie Taylor Greene, [Matt] Gaetz, il senatore Ron Johnson… [sono] tra i pochi che difendono, si alzano e parlano di questi prigionieri politici».

 

A undici anni dall’assassinio (presunto) di Osama da parte delle forze speciali USA, la famiglia Bin Laden, numerosa e complicata com’è, non smette mica di stupire. Del resto, diceva Leone Tolstoj, «Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo»

 

 

 

 

 

Immagine di Hamid Mir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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