Geopolitica

Orban avverte che l’UE sta valutando la possibilità di inviare una «forza di pace» in Ucraina. Medvedev: «Terza Guerra Mondiale»

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Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha avvertito ieri che i leader dell’UE stanno attivamente discutendo la possibilità di inviare «una sorta di peacekeeping» in Ucraina.

 

«Se continua così, il pericolo di una guerra mondiale non è un’esagerazione letteraria» ha avvertito il premier magiaro.

 

La risposta russa è stata rapida e di estrema durezza.

 

«Se stiamo parlando di una sorta di negoziato serio, allora questa è una discussione potenzialmente estremamente pericolosa. Nella pratica mondiale, tali forze, di norma, vengono utilizzate solo con il consenso di entrambe le parti. In questo caso, è potenzialmente un argomento molto pericoloso», ha detto ai giornalisti portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

 

«È ovvio che tali “peacekeeper” sono i nostri nemici, lupi travestiti da agnello. Sarebbero un obiettivo legittimo per le nostre forze armate se dovessero essere schierate in prima linea, senza il consenso della Russia, con le armi in mano e rappresentando una minaccia diretta per noi», ha scritto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev sul suo canale Telegram.

 

Descrivendo tali «forze di pace» come «soldati del nemico», Medvedev ha scritto che «moriranno nel corso del combattimento… L’Europa è preparata per una lunga fila di bare che tengono i suoi “peacekeeper”?»

 

«È chiaro che le cosiddette forze di pace della NATO si stanno semplicemente preparando a entrare nel conflitto dalla parte dei nostri nemici per avvantaggiarsene, portando la situazione al punto di non ritorno e per scatenare quella Terza Guerra Mondiale affermano di averne tanta paura»

 

Medvedev ha ricordato l’esito di precedenti azioni di questo tipo, come si può vedere nella «storia delle operazioni condotte dagli Stati Uniti e dai suoi alleati in varie regioni del mondo, [comprese] le tragedie di Corea, Vietnam, Jugoslavia, Iraq, Afghanistan e numerosi Paesi africani».

 

 

 

 

 

Immagine di  Dennis Jarvis via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

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