Salute
Oltre 1 miliardo di persone vive nelle baraccopoli
Ogni anno, il primo lunedì di ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’habitat, dedicata a riflettere sullo stato delle città e sul diritto universale a un alloggio dignitoso.
Si prevede che la percentuale di persone che vivono nelle aree urbane aumenterà nei prossimi decenni. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, oggi il 57% della popolazione mondiale risiede in città, ma entro il 2050 questa quota potrebbe raggiungere il 68%, spinta dall’urbanizzazione in corso in Asia e Africa.
Tuttavia, in queste regioni l’espansione urbana è spesso non pianificata e forzata, con infrastrutture carenti o inadeguate. Di conseguenza, gran parte della crescita avviene in baraccopoli, aree di abitazioni precarie e insalubri segnate da estrema povertà.
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Negli ultimi vent’anni, secondo le stime delle Nazioni Unite, il numero di persone che vivono in baraccopoli è passato da 895 milioni a 1,1 miliardi.
Come illustrato da Valentine Fourreau di Statista in un grafico, le regioni più colpite da queste condizioni abitative precarie sono l’Africa subsahariana e l’Asia meridionale, dove nel 2022 circa il 50% della popolazione urbana viveva in baraccopoli (rispetto al 23% a livello globale).
Troverete altre infografiche su Statista
La mappa evidenzia che questa percentuale supera i due terzi della popolazione urbana in Paesi come il Sud Sudan (94,2%), il Mali (92,5%) e l’Afghanistan (71,6%). In Pakistan e Laos, oltre il 50% degli abitanti delle città viveva in baraccopoli. In India, la quota è scesa al 41,5% nel 2022, rispetto al 55% del 2002.
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Immagine di Ninara via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0