Gender

Nuovo record nella corsa femminile: lo stabilisce un maschio transessuale

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Un’università privata di Nuova York ha celebrato un traguardo da record in un recente incontro di atletica leggera di un college femminile, ottenuto da un corridore transgender biologicamente maschio.

 

Mercoledì, la squadra di atletica leggera del RIT del Rochester Institute of Technology ha celebrato su Instagram il nuovo record stabilito venerdì scorso nella gara dei 300 metri femminili dalla studentessa del secondo anno Sadie Schreiner.

 

Il corridore transgender del RIT Tiger ha battuto la matricola della Houghton University, Victoria «Tori» Brewster, terza classificata, e ha battuto la seconda classificata Brynn Mooney, di 0,86 secondi.

 

 

La vittoria di Schreiner è stata evidenziata sui social media dalla nuotatrice NCAA dell’Università del Kentucky Riley Gaines, ora impegnata nella battaglia contro le partecipazioni dei trans agli sport femminili.

 

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La Gaines ha testimoniato davanti alla Commissione di Sorveglianza della Camera martedì scorso, spiegando come consentire a uomini che si identificano come «transgender» di giocare contro donne biologiche viola il Titolo IX, un insieme di leggi federali civili del 1972 che protegge le persone dalla discriminazione su base sessuale.

 

«Una scuola che permette consapevolmente a un atleta maschio di prendere un posto in una squadra femminile o permette a un atleta maschio di scendere in campo in una partita femminile sta negando l’opportunità sportiva a una studentessa, e questa è una discriminazione basata sul sesso e viola il Titolo IX».

 

La corsa è uno dei tanti sport colpiti dal transgenderismo che sta rendendo lo sport femminile una barzelletta.

 

L’anno passato abbiamo assistito al fenomeno del 50enne trans canadese Tiffany Newell che ha vinto una sequenza di quattro diverse gare di corsa femminile solo quest’anno dopo aver infranto il record di 5000.

 

 

Eccezionale il caso del 54enne maratoneta transessuale Glen Frank detto Glenique che ha concluso la London Marathon al 6.160esimo posto su 20.123 partecipanti, lasciando dietro di sé ben 14.000 donne, esclamando «Girl Power!», ovviamente bardato di bandiera arcobalenata.

 

 

Il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, il jiu-jitsu la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket, il pugilato, il biliardo – in pratica, come preconizzato anni fa da Donald Trump, lo sport femminile in generale rischia di esserne ucciso.

 

Non possiamo dimenticare che quest’anno i transessuali, a differenza di milioni di cattolici devoti, hanno anche vinto un pranzo con il papa.

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Immagine su licenza Envato

 

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