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«Non siamo cavie!» I brasiliani protestano contro la spinta verso la vaccinazione obbligatoria del governatore di San Paolo

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Nonostante tutti gli articoli della stampa internazionale (ça va sans dire, anti-Bolsonaro) sul sistema sanitario brasiliano «al collasso », più di 300 manifestanti si sono riuniti lungo la principale via commerciale a San Paolo per protestare contro la spinta del governatore João Doria per le vaccinazioni obbligatorie utilizzando un vaccino sviluppato dalla cinese Sinovac.

 

Il governatore ha precedentemente sostenuto di rendere obbligatorie le vaccinazioni una volta che i vaccini saranno disponibili per tutti. Il giudice capo della Corte Suprema del Brasile ha detto che alla fine la corte deciderà sulla questione, anche se, come ha sottolineato Reuters, un certo numero di vaccini sono già obbligatori in Brasile, inclusa l’epatite B, che viene somministrata a ogni neonato.

Decine di migliaia di residenti in città hanno già ricevuto il vaccino Sinovac

Decine di migliaia di residenti in città hanno già ricevuto il vaccino Sinovac mentre l’azienda continua con le prove di Fase 3 nell’area.

 

Il programma sembrava aver fatto infuriare i manifestanti, mentre sventolavano cartelli che affermavano «non siamo cavie!» Reuters ha riferito che i manifestanti erano molti.

 

«Siamo contro l’autoritario ambasciatore cinese João Doria, che ora renderebbe obbligatorio il vaccino contro i nostri desideri», ha detto il manifestante Andre Petros.

 

Siamo contro l’autoritario ambasciatore cinese João Doria, che ora renderebbe obbligatorio il vaccino contro i nostri desideri»

«Questo non accade in nessuna parte del mondo, nemmeno in Cina».

 

l Brasile ha la terza più grande epidemia al mondo, con 5,5 milioni di casi confermati.

 

Il ministero della Salute federale brasiliano ha annunciato il mese scorso che avrebbe acquistato 46 milioni di dosi del vaccino, subordinatamente all’approvazione delle autorità, in un accordo sostenuto dai governatori dello stato. Ma il giorno dopo il presidente di destra Jair Bolsonaro ha detto che il Brasile non avrebbe acquistato il vaccino.

Va ricordato come il Brasile fu teatro, agli inizi del Novecento, di una vera e propria rivolta antivaccinista – Revolta da Vacina – dove si rischiò il golpe

Il ministero della Salute federale brasiliano ha annunciato il mese scorso che avrebbe acquistato 46 milioni di dosi di vaccino, subordinatamente all’approvazione delle autorità competenti, in un accordo sostenuto dai governatori statali, ma un giorno dopo, Bolsonaro si è fatto avanti per distruggere l’accordo.

 

Va ricordato come il Brasile fu teatro, agli inizi del Novecento, di una vera e propria rivolta antivaccinista – Revolta da Vacina – che risposa alla vaccinazione coatta contro il vaiolo, implementata dal governo casa per casa dall’autorità con siringa e fucile,  con scontri violentissimi, al punto che quando al popolo in rivolta contro l’obbligo vaccinale si unirono gli studenti dell’Accademia militare, si rischiò il golpe.

 

 

 

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