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«Non è sostenibile»: il creatore dell’AstraZeneca si oppone ai continui richiami del vaccino COVID

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L’uomo dietro al vaccino Oxford/AstraZeneca COVID-19 ha affermato che le proposte di offrire iniezioni di richiamo due volte l’anno «non sono sostenibili» e ha avvertito che la fornitura di qualsiasi cosa oltre una terza dose dovrebbe essere interrotta fino a che non venga alla luce una prova della loro la necessità.

 

Durante un’intervista con la testata britannica Telegraph ad inizio mese, il professor Sir Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e presidente del Comitato congiunto britannico per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI), ha affermato che il lancio del vaccino contro il COVID dovrebbe essere frenato per «concetrarsi sui vulnerabili» piuttosto che iniettare infiniti booster all’intera popolazione.

 

Lo scienziato ha affermato che la variante omicron dimostra che non è necessario attuare nuovamente dure misure di lockdown, spiegando che «a un certo punto, la società deve aprirsi».

 

«Non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente»

Secondo il professor Pollard, quando «apriremo, ci sarà un periodo con un aumento delle infezioni, motivo per cui l’inverno probabilmente non è il momento migliore. Ma questa è una decisione per i responsabili politici, non per gli scienziati».

 

Con i dati dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito che mostrano che l’immunità dalle terze dosi diminuisce dopo circa dieci settimane, si prevede che il JCVI considererà la necessità di un quarto round di vaccinazioni. Dato il ruolo di Pollard nello sviluppo del vaccino AstraZeneca, egli non è coinvolto nelle decisioni di JCVI relative al coronavirus.

 

Tuttavia, il Pollard, che pure presiede il comitato, ha affermato che la società non può aspettarsi di sradicare completamente l’infezione e che l’introduzione di colpi di richiamo perpetui non è un’opzione praticabile: «non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente».

 

Perché se «il tuo obiettivo è fermare tutte le infezioni … è sbagliato», ha aggiunto lo scienziato, dichiarando quindi che «il peggio è assolutamente dietro di noi».

 

Pollard ha quindi osservato che «sono necessarie prove più solide» prima di seguire l’esempio di Israele, dove è partita la campagna per la quarta dose. Come riportato da Renovatio 21, anche Ungheria, Grecia, Spagna, Danimarca e Cile stanno partendo con la quarta iniezione di siero genico.

 

 

 

 

 

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