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Noi non dimentichiamo la blasfemia del gay pride di Cremona: venite alla processione di riparazione di Reggio Emilia

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No, non ci siamo dimenticati della blasfemia immonda andata in scena a inizio giugno al gay pride di Cremona.

 

Per chi non lo sapesse, la parata gay della città lombarda ha mostrato qualcosa di orrore indicibile, che offende i cristiani e non solo loro.

 

Come se si trattasse di una statua della Vergine portata in una processione religiosa, un gruppo di persone ha portato in carro una statua (un orrendo manichino, in realtà) a rappresentare Nostra Signora, ignuda e con accessori sadomasochistici.

 

Potete vederlo voi stessi. Questo è quello che è accaduto.

 


Voi capite che siamo ben oltre l’oscenità.

 

Voi capite che, a questo punto, la maschera dei «diritti» (quali altri vogliono?) e della «repressione» (dove?) cade per sempre. La balla della «lotta per le libertà civili» è finita, sgonfiata per sempre. L’unica libertà reclamata qui è insultare il divino, e con esso chi vi si affida, senza più freno alcuno.

 

È difficile persino riuscire a concepire le motivazioni di una cosa del genere – che va preparata, organizzata, a costo di soldi, tempo, volontà degli individui ovviamente mascherati (interessante quello con in faccia quello strano simbolo, come un labirinto concentrico…).

 

Perché una cosa del genere? Possiamo solo darci risposte inquietanti. Tuttavia, lo sfregio rimane. Alla religione, alla fede, a tanti che che nella Vergine vedono l’immagine del sacro più puro – e quindi, una parte della loro esistenza.

 

Ora, abbiamo appreso dalla stampa che qualcuno si è arrabbiato. Per lo meno, nelle dichiarazioni.

 

Il vescovo: «sono gesti che non fanno bene a nessuno, e che feriscono anche i tanti che si stanno impegnando con reciproco rispetto per una società senza discriminazioni». Bello, non poteva non ricordare che il piano per la tolleranza assoluta verso il mondo omosessualista non può venir meno nel momento in cui questa ha insultato la fede cattolica in un modo che mai la città di Cremona può ricordare.

 

Ma c’è anche il presidente della Cremonese, appena riportata in Serie A: «Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofobia e alle discriminazioni». Zac, anche l’industriale di successo non ce la fa, e deve, immediatamente, far capire che l’accettazione dell’omosessualismo a livello politico («legittima tutela dei diritti») mica può fermarsi. Notate: lo stesso linguaggio del vescovo, e delle associazioni LGBT.

 

Ora, è passato quasi un mese, e nulla è stato fatto. L’indignazione, come prevedibile, è sparita come la schiuma della birra.

 

Quello che crediamo noi, invece, è che sia necessario dare una risposta. A partire dalla prima dimensione coinvolta dalla bestemmia di Cremone: lo Spirito.

 

Ad un attacco spirituale, bisogna rispondere con lo Spirito. Bisogna difendere la religione, per mezzo della religione stessa.

 

Per questo invitiamo i lettori a partecipare alla Processione di Riparazione di Reggio Emilia, che si terrà sabato 2 luglio alle ore 18:00. Il ritrovo sarà in Piazza Duca d’Aosta (Porta Santo Stefano).

 

Chi parteciperà, chiedono gli organizzatori del «Comitato Beata Giovanna Scopelli», dovrà concentrarsi per « non raccogliere provocazioni e di concentrarsi sulla preghiera e sulla promozione delle attività connesse alla riparazione».

 

Una processione vera, non un teatrino blasfemo.

 

Non parodia satanica, ma preghiera.

 

Di questo ha bisogno il mondo ora.

 

 

 

 

 

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