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No alla pacificazione nazionale post-COVID!

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Renovatio 21 pubblica brani del testo pervenutoci dai professori Francesco Benozzo e Luca Marini. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La volontà di pacificazione nazionale post-COVID è auspicata in questi giorni da più parti ed è, di fatto, sostenuta dal nuovo governo.

 

(…)

 

La parola d’ordine ormai imperante nell’Italia post-COVID è «pacificazione nazionale». Una pacificazione che, scoraggiando o impedendo inchieste e azioni giudiziarie (se non di facciata, come quella promossa a livello governativo), non farebbe altro che riportare in auge l’italico «chi ha avuto ha avuto» e far calare definitivamente la cortina dell’omertà e dell’impunità sui crimini e i misfatti commessi, ancora una volta, in nome della scienza.

 

Una pacificazione che, sia detto per inciso, gli aedi più irriducibili della narrazione pandemica si ostinano ad avversare, come dimostrano le dichiarazioni rese in questi giorni da presentatori, giornalisti, dirigenti d’azienda e sanitari, amministratori pubblici e privati, medici, politici, attrici e altre macchiette da salotto televisivo (pagati con i soldi di tutti i contribuenti, vaccinati o non vaccinati), che auspicano «spillette di identificazione» e «campi di rieducazione» per i medici «no-vax»; o di chi «rivendica il diritto di non entrare in contatto con chi non si è vaccinato»; o, ancora, le proposte di legge regionale che, in barba alle evidenze più palesi, si ostinano a mantenere o addirittura a reintrodurre obblighi vaccinali, mascherine, green pass e altre patetiche restrizioni.

 

Una pacificazione funzionale all’esigenza di mantenere celate, agli occhi del vasto pubblico, le relazioni organiche e funzionali tra le élite finanziarie transnazionali, da una parte, e i circuiti scientifici, accademici, tecnologici, produttivi, industriali, commerciali, culturali, mediatici e politici, dall’altra.

 

Una pacificazione in grado di favorire, se accettata acriticamente anche dai rappresentanti del pensiero critico, il consolidamento e l’estensione dei «metodi COVID» alle nuove emergenze in atto, dalla guerra in Ucraina alla crisi energetica a quella climatica.

 

Va bene che l’Italia è il Paese dei voltagabbana, dei 25 luglio permanenti, delle inani commissioni di epurazione, delle amnistie in grado di trasformare in un sol colpo tutti i gerarchi fascisti in pacifici democristiani e tutti i GUF universitari in convinti intellettuali di sinistra, degli «armadi della vergogna» girati contro il muro degli scantinati ministeriali per occultare crimini di guerra e altre mostruosità.

 

Ma la pacificazione nazionale post-COVID, no.

 

Checché ne dica il nuovo governo in carica (e sarebbe curioso sapere cosa ne pensano i suoi elettori), non può esserci pacificazione nazionale, né può esserci perdono, per chi ha promosso o avallato affermazioni quali:

 


–          Non ti vaccini, ti ammali, muori (M. Draghi);

 

–          Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile (S. Feltri);

 

–          Penso che lo Stato prima o poi dovrà prendere per il collo alcune persone per farle vaccinare (L. Annunziata);


–          I rider devono sputare nel loro cibo (D. Parenzo);

 

–          Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo (G. Cazzola);

 

–          Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente (G. Spano).

 

Non può esserci pacificazione, né perdono, per chi ha concepito, proposto e gestito strategie e strumenti abietti come la «tachipirina e vigile attesa», l’obbligo vaccinale e il green pass.

 

(…)

 

 

 

Francesco Benozzo

Università degli Studi di Bologna «Alma Mater Studiorum»

 

Luca Marini

Sapienza Università di Roma

 

 

Bologna-Roma, 1° novembre 2022

 

 

 

 

Renovatio 21 offre pubblica questo scritto per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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