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Nigeria, liberate le suore rapite

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Le quattro suore – Johannes Nwodo, Christabel Echemazu, Liberata Mbamalu e Benita Agu – che domenica 21 agosto sono state rapite mentre si recavano alla messa di ringraziamento sono state rilasciate.

 

 

«Con il cuore pieno di gioia, le Suore di Gesù Salvatore desiderano annunciare la liberazione incondizionata delle nostre quattro sorelle rapite sulla strada Obigwe-Umulolo il 21 agosto 2022».

 

È con queste parole che la segretaria generale delle Suore di Gesù Salvatore, suor Zita Ihedoro, annuncia la liberazione delle quattro sorelle rapite domenica scorsa sulla strada Okigwe-Umulolo, nella zona del governo locale di Okigwe, nello Stato di Imo .

 

Il rilascio delle suore, avvenuto incondizionatamente, cioè senza riscatto, è stato piuttosto inaspettato. Ci sono pochi rapimenti che finiscono così bene nel Paese.

 

Si è concluso tragicamente, infatti, il sequestro di due sacerdoti lo scorso 19 luglio per uno dei due, «brutalmente ucciso» dai suoi aguzzini, mentre l’altro è riuscito a fuggire.

 

 

Il costo dei rapimenti nel Paese

Il rapimento è diventato un settore ad alto costo economico per famiglie, imprese e comunità nelle parti più colpite della Nigeria. In un recente rapporto, la società di analisi SBM Intelligence ha tentato di quantificare questo fenomeno.

 

Le cause dell’insicurezza e la natura dei conflitti possono variare da regione a regione, ma il ricorso al rapimento è un denominatore comune in tutta la Nigeria. Tra luglio 2021 e giugno 2022, quasi 3.500 persone sono state rapite in tutto il Paese.

 

I dati indicano che le richieste di riscatto sono salite a oltre 9,6 milioni di euro nel periodo ed è confermato che almeno 1 milione di euro è stato pagato ai rapitori. Queste cifre non includono le somme scambiate per il rilascio dei passeggeri del treno Kaduna-Abuja, attaccato lo scorso marzo.

 

Secondo lo studio, quasi la metà delle 72 persone rapite è stata rilasciata a luglio contro somme pari ad almeno 200mila euro a persona.

 

Di fronte al generale impoverimento della popolazione nigeriana, i rapitori a volte chiedono cibo, telefoni cellulari, armi o altri pagamenti in natura. Le loro attività criminali limitano il commercio e gli investimenti nelle aree più colpite.

 

Infine, il rapporto di SBM Intelligence sottolinea che sta emergendo una nuova tendenza, con il moltiplicarsi dei sequestri di preti cattolici, probabilmente con la speranza che la Chiesa abbia «la capacità finanziaria» per pagarne la liberazione.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news

 

 

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