Persecuzioni

Nigeria, folla islamica attacca cattedrale cattolica dopo il brutale omicidio di una studentessa cristiana

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Una violenta folla islamica ha attaccato la cattedrale cattolica a Sokoto, nel Nord del Paese, in seguito all’arresto di due sospetti per il brutale omicidio di una studentessa cristiana.

 

L’11 maggio, Deborah Samuel, una laureanda in economia presso lo Shehu Shagari College of Education di Sokoto, è stata accusata da altri studenti di aver pubblicato una dichiarazione «blasfema» su Maometto in una chat di gruppo su WhatsApp.

 

Successivamente è stata trascinata fuori dall’edificio scolastico, picchiata e bruciata.

 

Le riprese video dell’omicidio hanno permesso alla polizia di identificare i partecipanti, che sono stati immediatamente arrestati.

 

In risposta, i giovani musulmani della capitale hanno attaccato la cattedrale cattolica della Sacra Famiglia, un’altra chiesa e un ospedale.

 

La diocesi di Sokoto ha riportato i seguenti dettagli dell’incidente:

 

Durante la protesta, gruppi di giovani guidati da alcuni adulti hanno attaccato la cattedrale cattolica della Sacra Famiglia a Bello Way, distruggendo le finestre di vetro della chiesa, quelle del segretariato del vescovo Lawton e vandalizzato un autobus della comunità parcheggiato all’interno dei locali.

 

Anche la chiesa cattolica di San Kevin, Gidan Dere, circonvallazione orientale, è stata attaccata e in parte bruciata; i facinorosi sono stati prontamente dispersi da una squadra della polizia mobile prima che potessero fare ulteriori danni.

 

 

È stata assaltato ancheil centro Bakhita situato lungo Aliyu Jodi Road, con un autobus all’interno dei locali dato alle fiamme.

 

L’intensità delle violenze ha raggiunto un punto tale da far dichiarare al governo della città  un coprifuoco di 24 ore.

 

Il vescovo Matthew Hassan Kukah della diocesi di Sokoto ha invitato le autorità governative a consegnare alla giustizia coloro che hanno ucciso Deborah Samuel, riporta Lifesitenews.

 

«L’unico obbligo che è dovuto ai suoi parenti stretti, ai suoi compagni di scuola e alle autorità scolastiche», ha dichiarato il vescovo, «è l’assicurazione che coloro che si rendono colpevoli di questo atto disumano, qualunque sia la loro motivazione, sono puniti secondo la vigente normativa leggi della nostra terra».

 

Il vescovo nega poi la componente religiosa dell’assassinio: «Questo non ha nulla a che fare con la religione. I cristiani hanno vissuto pacificamente con i loro vicini musulmani qui a Sokoto nel corso degli anni. Questa questione deve essere trattata come un atto criminale».

 

Secondo la BBC sulla vicenda si stanno sprecando anche le fake news, con video e foto che stanno fomentando le rivolte.

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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