Epidemie

«Niente fiducia alle autorità pubbliche e sanitarie senza informazioni sufficienti»: lettera di un vescovo francese ai suoi fedeli

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Renovatio 21 pubblica la lettera sull’epidemia COVID scritta da Monsignor Marc Aillet ai fedeli delle diocesi di Bayonne, Lescar e Oloron in Francia.

 

 

 

 

Cari fratelli e sorelle,

 

L’attuale problema posto dal contagio globale del virus COVID-19 non può lasciare la Chiesa indifferente di fronte alla malattia e al disagio morale delle popolazioni.

 

 

Una situazione complessa e un profondo disagio.

Come vescovo, cioè come pastore chiamato a prendersi cura del gregge affidatomi dal Signore, condivido la preoccupazione di un numero crescente di persone inermi di fronte all’attuale panico sanitario.

 

Le soluzioni suggerite dal Governo per contenere l’epidemia, con mezzi mediatici e legislativi forti, se partono dalla lodevole intenzione di garantire la sicurezza pubblica, generano in molti uno stato di disagio psicologico e morale.

 

Se la vaccinazione viene presentata dal potere politico e dalle autorità sanitarie come l’unico modo per fermare l’epidemia, i vincoli posti per decreto o in discussione in Parlamento – vaccinazione obbligatoria per determinate professioni, pass sanitario per determinati luoghi o attività di vita – sollevano interrogativi tra un numero significativo di persone che temono per la protezione delle proprie libertà.

 

L’obbligo del lasciapassare sanitario non arriverà senza mettere in discussione molti, compresi gli eletti da tutte le parti, riguardo il regime di discriminazione, sospetto o controllo reciproco che verrà così posto in essere

Mentre molti cittadini sono stati convinti dagli incentivi statali e su consiglio di tanti medici di buona fede, altri ricorrono al vaccino, costretti e obbligati, per non perdere il lavoro, per non mettere in pericolo le proprie famiglie. o per godersi la libertà di andare al ristorante, al cinema o in viaggio…

 

L’obbligo del lasciapassare sanitario non arriverà senza mettere in discussione molti, compresi gli eletti da tutte le parti, riguardo il regime di discriminazione, sospetto o controllo reciproco che verrà così posto in essere. Lo testimoniano le vivaci discussioni in seno all’Assemblea nazionale. Un esponente della maggioranza, contrario al lasciapassare sanitario, ha addirittura denunciato davanti alla commissione di legge il rischio di «frazionare la società».

La pressione quotidiana del discorso mediatico, che funziona come un invito alla vaccinazione, le approssimazioni e le contraddizioni del discorso pubblico, hanno portato molti nostri concittadini al dubbio, allo scetticismo, anche a disagi e reazioni che non lasciano preoccupare.

 

 

Sarebbe dannoso per la pace e la coesione sociale instaurare una situazione di «discriminazione» tra vaccinati e non vaccinati, anche incitando alcuni a far sentire gli altri in colpa, ad emarginarli ea condannarli alla virtuale morte sociale. Da una parte o dall’altra succede che giochiamo sulla molla della paura e che cadiamo nell’irrazionale.

 

Non passa giorno in cui non provi questo profondo disagio, questo clima di tensione e persino di risentimento che colpisce tante persone che incontro.

 

Non vi nascondo nemmeno la mia preoccupazione rilevando i semi di divisione in famiglie, comunità, gruppi dove la questione della vaccinazione sta gradualmente diventando un argomento tabù, tanto appare una domanda fastidiosa.

 

 

L’informazione al servizio della libertà di coscienza

Capirete che non sta a me dettare il suo comportamento a nessuno, né prendere posizione, dogmaticamente, a favore o contro il vaccino. Ma è mio dovere di pastore invitarvi alla serenità, con il massimo rispetto per tutti, qualunque sia la vostra opzione, rifiutandovi di stigmatizzare chi fa altre scelte.

 

È missione della Chiesa prendere quota e invitare a un dibattito pacifico, anzi: illuminare le coscienze per promuovere il «consenso libero e informato» richiesto dalla Legge. Riprendendo la nota trilogia del pensiero sociale della Chiesa – vedere, giudicare, agire – è stato per me, con l’aiuto dei membri dell’Accademia diocesana per la vita – procedere a un lungo lavoro di ricerca, scegliendo di utilizzare solo informazioni referenziate, dai servizi ufficiali dello Stato francese, di altri Stati o di istituzioni internazionali.

 

Sarebbe dannoso per la pace e la coesione sociale instaurare una situazione di «discriminazione» tra vaccinati e non vaccinati, anche incitando alcuni a far sentire gli altri in colpa, ad emarginarli ea condannarli alla virtuale morte sociale

Anche se non mancano eminenti scienziati, medici e altri operatori sanitari e avvocati per allertare, in maniera pacata e costruttiva, le autorità pubbliche e le popolazioni sui mezzi alternativi al vaccino e al pass sanitario contenere l’epidemia e raggiungere l’immunità collettiva, senza violare le libertà pubbliche.

 

Non c’è dubbio da parte mia negare che la sicurezza sanitaria è un elemento fondamentale del Bene Comune che lo Stato deve prendere di petto, ma nessuno può essere costretto ad agire contro la propria coscienza. Perché qui è in gioco proprio la libertà di coscienza, è necessario anche che la coscienza sia illuminata e informata.

 

Tuttavia, l’indagine condotta dall’Accademia Diocesana per la Vita mi ha permesso di scoprire una ricchezza di informazioni sull’epidemia globale, che colpisce le popolazioni da quasi due anni, e sui mezzi consigliati per debellarla, che non sempre vengono portate all’attenzione dei pubblico dai principali media.

 

Ci sono atti o scelte che sono sempre sbagliati e che nessuna legge può giustificare.

 

C’è più semplicemente un discernimento per operare sulla proporzione dei mezzi messi in atto per raggiungere il fine, per quanto lodevole, che ci siamo prefissati.

 

 

La postura dell’interrogatorio

Mi accontenterò di assumere qui l’atteggiamento di «interrogatorio», che il Presidente della Repubblica, nel discorso ai Bernardin del 9 aprile 2018, aveva affermato di aspettarsi dalla Chiesa. Le domande che mi pongo, forse impertinenti, sono quelle che sento regolarmente intorno a me.

 

Ci viene detto che la vaccinazione è l’unico modo , nella situazione attuale, per fermare l’epidemia e raggiungere l’immunità collettiva. Ma che dire dei trattamenti che esistono e che sono efficaci o altri mezzi di prevenzione consigliati per rafforzare le nostre difese immunitarie naturali?

 

È stato dimostrato che l’idrossiclorochina, vietata per decreto in Francia, è stata autorizzata in altri paesi europei

 

E l’ivermectina, che sembra essere efficace?

 

E la libertà dei medici di prescrivere cure per il COVID-19?

Non vi nascondo nemmeno la mia preoccupazione rilevando i semi di divisione in famiglie, comunità, gruppi dove la questione della vaccinazione sta gradualmente diventando un argomento tabù, tanto appare una domanda fastidiosa.

 

La parola «vaccino» risuona nell’inconscio collettivo come un progresso innegabile che ha portato grandi benefici all’umanità. Pensiamo al vaccino contro il Tetano, per il quale non abbiamo ancora trovato una cura per evitare una morte inevitabile. L’epidemia di COVID-19 è dello stesso ordine, il rischio di morire è paragonabile?

 

Il tasso di mortalità è particolarmente preoccupante?

 

Il numero delle contaminazioni aumenta esponenzialmente il numero dei decessi?

 

I vaccini proteggono dalle «varianti»?

 

I vaccini attualmente sul mercato in Francia sono effettivamente vaccini o «terapie geniche» innovative?

 

Perché l’Agenzia europea per i medicinali, seguita dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali in Francia, ha concesso solo un’autorizzazione all’immissione in commercio (MA) «condizionata» e perché le aziende farmaceutiche sono state esentate dal risarcimento per i loro effetti negativi?

 

Se la fase sperimentale 3 per Pfizer non sarà completata, ad esempio, fino all’ottobre 2023, significa che c’è preoccupazione per la sicurezza del farmaco nel medio o lungo termine?

 

Sono stati registrati effetti indesiderati, anche fatali, dall’uso di questi «vaccini» e i medici curanti sono stati invitati ad informare i propri pazienti di questi rischi?

 

Perché non invochiamo il «principio di precauzione» così presente nel discorso pubblico quando si parla di tutela dell’ambiente?

 

Ci sono atti o scelte che sono sempre sbagliati e che nessuna legge può giustificare.

L’ultima domanda riguarda l’uso accertato, almeno per il vaccino AstraZeneca, poiché non esiste un foglietto informativo sulla composizione degli altri tre vaccini – a dir poco strano – di cellule ottenute da feti abortiti.

 

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato, il 20 dicembre 2020, una «Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini». La questione non è nuova poiché altri vaccini in circolazione dagli anni Sessanta (contro la rosolia, la varicella, l’epatite A e l’herpes zoster), hanno già suggerito alla Chiesa di pronunciarsi in passato.

 

L’ultimo documento citato dalla Nota 2020 è l’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede, Dignitas personae, dell’8 dicembre 2008. Se la Chiesa ha ovviamente un giudizio negativo sull’uso di cellule di feti abortiti nella sperimentazione e produzione di vaccini, che dire della cooperazione per danneggiare gli utilizzatori di questi vaccini? È una questione etica che non può essere evitata.

 

Infine, il lasciapassare sanitario viene spesso presentato in maniera altruistica, in quanto necessario per evitare che persone non vaccinate contagiano altre persone, ad esempio i clienti dei ristoranti o le persone più vulnerabili che incontriamo? Ma se sono vaccinati, cosa rischiano?

 

Inoltre, il vaccino anti-COVID protegge dalla contaminazione e dalla trasmissione del virus?

 

La parola pubblica non è chiara: in una memoria al Consiglio di Stato del 28 marzo 2021, il ministro della Salute afferma, con argomentazioni alla chiave, che c’è sempre un rischio per le persone vaccinate, ma il presidente del Consiglio in il suo discorso del 21 luglio su LFI, afferma inequivocabilmente che si è protetti. A chi credere?

 

E se il vaccino non protegge, perché i vaccinati dovrebbero essere più ammessi in certi luoghi rispetto ai non vaccinati? Abbiamo valutato i vincoli che la tessera sanitaria imporrà ai cittadini nella vita quotidiana? Non rappresenta in definitiva un obbligo di vaccino mascherato?

 

Come conciliare i testi giuridici, a partire dal Codice di Norimberga, che vietano qualsiasi obbligo di vaccinazione?

 

Se l’8 aprile 2021, una sentenza della CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo) ha autorizzato la vaccinazione obbligatoria a determinate condizioni, una risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, votata il 27 gennaio 2021, da tutti i paesi di la Comunità, Francia compresa, chiede «di assicurare che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere vaccinato, se non lo desidera personalmente» (7.3. 1) e «assicurare che nessuno venga discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di potenziali rischi per la salute o per non volersi vaccinare» (7. 3.2). Cosa pensarne?

 

Ci viene detto che la vaccinazione è l’unico modo , nella situazione attuale, per fermare l’epidemia e raggiungere l’immunità collettiva. Ma che dire dei trattamenti che esistono e che sono efficaci o altri mezzi di prevenzione consigliati per rafforzare le nostre difese immunitarie naturali?

Queste sono le domande che sento e che volentieri faccio mie.

 

Chi desidera consultare la Nota informativa dell’Accademia Diocesana per la Vita può richiederla al seguente indirizzo di posta elettronica: academiepourlavie@diocese64.org

 

Come ogni cittadino, non possiamo decidere su queste questioni senza riflettere, poiché non possiamo accordare la nostra fiducia autorità pubbliche e sanitarie senza informazioni sufficienti e senza discernimento. Le scelte presentate come così decisive per la sicurezza pubblica possono essere fatte solo in coscienza.

 

Invitandovi a non cedere alla divisione tra noi, ad evitare ogni giudizio reciproco e a cercare sempre la verità nella carità, prego il Signore che ci illumini sui giusti atteggiamenti, in vista del Bene Comune e della difesa delle nostre libertà fondamentali che ne costituiscono la base.

 

Preghiamo per le autorità pubbliche, perché prendano decisioni buone e giuste, e chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, di porre fine a questa epidemia.

 

 

+ Marc Aillet

Vescovo di Bayonne, Lescar et Oloron

 

23 luglio 2021

 

 

 

 

Immagine di Una Voce67 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

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