Salute

Neonato muore a causa di coagulo dopo che l’ospedale ha rifiutato una trasfusione di sangue non vaccinato

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Un caso di morte di neonato sta scuotendo gli Stati Uniti.

 

Nato il 3 gennaio, il piccolo Alex ha avuto difficoltà a respirare e presto gli è stata diagnosticata una fistola tracheoesofagea e il ventricolo destro a doppia uscita (DORV).

 

Il 24 gennaio, al piccolo Alex sarebbe stata riparata la fistola tracheoesofagea, ma il processo di guarigione è stato interrotto da sanguinamenti intorno ai punti di sutura.

 

Entro il 4 febbraio, il sanguinamento si sarebbe interrotto e l’intervento chirurgico era previsto per il 10 febbraio. Il piano prevedeva che il bambino avesse una fascia attorno all’arteria polmonare per limitare il flusso sanguigno ai polmoni mentre cresceva abbastanza da sopportare un intervento chirurgico al cuore per affrontare la diagnosi di DORV.

 

Tuttavia, l’ospedale avrebbe ignorato la richiesta dei genitori di utilizzare sangue non proveniente da donatori vaccinati con siero mRNA.

 

«Gli hanno fatto una trasfusione di sangue ignorando la nostra richiesta per una donazione diretta finché non è stato troppo tardi» scrive il padre del bambino in un memoriale che sta circolando in rete. «In pochi giorni dalla trasfusione, ha sviluppato un enorme coagulo che alla fine si espandeva dal suo ginocchio sinistro su su fino al suo cuore».

 

«Il MRSA [uno stafilococco resistente alla meticillina, ndr] ha colonizzato il coagulo e nessuna quantità di medicine o antibiotici ha potuto ridurre il coagulo o rimuovere l’infezione».

 

I genitori del bambino sostengono di aver preso la decisione di utilizzare sangue non vaccinato dopo aver assistito alla improvvisa morte per infarto di un amico ritenuto sano.

 

Come avvenuto in vari altri casi come questo, la famiglia era riuscita a trovare un donatore non vaccinato, ma ciò non avrebbe impedito all’ospedale di procedere con il sangue delle scorte, che molto presumibilmente è vaccinato.

 

La storia del piccolo, sta circolando in rete, soprattutto tramite un profilo Twitter chiamato DefeatTheMandates, non differisce da quelle che abbiamo visto di recente in Nuova Zelanda e in Italia.

 

A Auckland la settimana scorsa i genitori del piccolo Will sono stati privati dal tribunale della patria potestà perché si opponevano alla trasfusione del loro bambino con sangue vaccinato durante un’operazione chirurgica. È la stessa situazione finita al tribunale dei minori di a Bologna a inizio anno.

 

Il tema delle scorte di sangue, e della possibilità di scegliere il proprio donatore, non è ancora affrontato dalla Sanità e dalla politica, tuttavia è un punto nodale nel quale si esprime la frattura sociale e biologica creatasi con le vaccinazioni COVID.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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