Persecuzioni

Nel 2022, 9 martiri cristiani su 10 sono stati uccisi in Nigeria

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La Nigeria conta più martiri cristiani di qualsiasi altro Paese al mondo e la maggior parte degli omicidi di cristiani per motivi religiosi nel 2022 sono avvenuti lì. L’anno scorso, dei 5.500 cristiani uccisi a causa della loro fede, il 90% erano nigeriani.

 

«In Nigeria alle minoranze religiose viene spesso negata la possibilità di vivere liberamente la propria fede a causa delle minacce e degli attacchi che subiscono», afferma il quotidiano Crux. «È particolarmente difficile per i cristiani convertiti, soprattutto nel nord del Paese, perché spesso sono i loro stessi amici e familiari, anche intere comunità, a respingerli».

 

Un’intolleranza crescente

Secondo Megan Meador, responsabile delle comunicazioni per l’organizzazione legale religiosa Alliance Defending Freedom International, negli ultimi due decenni si è assistito a una tendenza crescente dell’intolleranza religiosa in Nigeria, in particolare nel nord del Paese.

 

Il Paese è diventato noto come il peggior persecutore dei cristiani nel mondo.

 

Dei 5.500 cristiani uccisi lo scorso anno a causa della loro fede, il 90% erano nigeriani. Secondo un rapporto pubblicato ad aprile dalla Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto (Intersociety), una ONG con sede nella Nigeria orientale, almeno 52.250 persone sono state uccise negli ultimi 14 anni in Nigeria perché cristiane.

 

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Terrorismo e indifferenza delle autorità

«La persecuzione proviene da terroristi, dalle milizie armate di machete, dalla violenza collettiva, da leggi che implicitamente la incoraggiano e da autorità che sono indifferenti al disordine e alzano le spalle di fronte a queste atrocità, permettendo agli autori di farla franca mentre puniscono le vittime», dice la Meador.

 

La Costituzione nigeriana vieta esplicitamente al governo federale e ai governi statali di istituire una religione di stato, vieta i pregiudizi religiosi e garantisce il diritto degli individui di scegliere, praticare, propagare o modificare liberamente la propria fede.

 

La Meador ammette che, a prima vista, la Costituzione «fornisce una forte protezione per la libertà di religione, pari a quella prevista dal diritto internazionale. Ma quando gli Stati applicano la sharia, ciò va chiaramente oltre la Costituzione e porta a risultati tragici».

 

«Ci sono casi in cui i cristiani sono stati portati davanti ai tribunali della Sharia, senza giurisdizione, e accusati di reati come l’apostasia, che non dovrebbe essere un crimine in Nigeria», ha dichiarato.

 

La Meador ha spiegato che la sua organizzazione ha sostenuto i casi di libertà religiosa in Nigeria: i cristiani che affrontano false accuse e discriminazioni e le minoranze religiose che vogliono parlare apertamente senza timore di leggi e accuse sulla blasfemia.

 

«Gli avvocati alleati con cui lavoriamo sono sostenitori impegnati e instancabili del diritto fondamentale alla libertà di religione. Abbiamo anche lavorato ai massimi livelli dei governi e delle istituzioni internazionali per renderli consapevoli della portata della persecuzione e incoraggiarli a fare di più».

 

«Vogliamo che tutte le vittime abbiano accesso alla giustizia e a maggiori cambiamenti nelle leggi e nelle politiche per evitare che i cristiani in Nigeria siano ulteriormente vittimizzati», ha aggiunto.

 

Mentre la situazione peggiora, la Meador afferma che è tempo di manifestazioni «in ogni angolo del mondo per protestare contro ciò che sta accadendo ai cristiani in Nigeria, ma troppo spesso non ce ne sono».

 

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Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

Immagine di  Ifeatu Nnaobi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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