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Muore in un incidente in moto. Segnato come morto di COVID

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Un uomo deceduto in un incidente mortale in motocicletta in Florida la scorsa settimana è stato aggiunto al conteggio dei decessi COVID-19 dello Stato.

 

Un uomo deceduto in un incidente mortale in motocicletta in Florida la scorsa settimana è stato aggiunto al conteggio dei decessi COVID-19 dello Stato

Il canale TV locale Fox 35 ha condotto un’indagine in cui ha parlato con il dottor Raul Pino, funzionario della sanità di Orange County, di due morti di persone sui vent’anni che erano state etichettate come morte per coronavirus.

 

Quando hanno chiesto se le persone che erano morte avevano condizioni sottostanti, Pino ha risposto:  «Il primo non ne aveva. È morto in un incidente in moto».

 

Impossibile oramai sorprendersi davanti a casi come questo, che probabilmente ha migliaia, decine di migliaia di simili in tutti i sistemi di statistica sanitaria di tutti i Paesi – qualora il Paese abbia un governo o una parte della sua amministrazione interessata a manipolare il COVID per fini politici

Quando gli è stato chiesto se i dati della vittima in motocicletta fossero stati rimossi o meno dal sistema COVID dello stato, ha risposto:

 

«Non penso proprio. Devo ricontrollare. Stavamo discutendo, discutendo o cercando di discutere con lo stato. Non a causa dei numeri – è 100 … non fa alcuna differenza se è 99 – ma il fatto è che l’individuo non è morto per COVID-19 … è morto nell’incidente . Ma si potrebbe davvero sostenere che potrebbe essere stato il COVID-19 a fargli fare l’incidente (…)».

 

Ciò sembra essere in contrasto con il modo in cui il Dipartimento della Salute della Florida ha spiegato come stavano segnalando morti di COVID.

Il COVID è oramai uno strumento di guerra politica, un grimaldello per la compressione dei diritti umani, un solvente per la distruzione definitiva della classe media, un’arma per la riformulazione della società in senso totalitario della società moderna.

 

Lo stato aveva detto sempre a Fox: «Una morte COVID è determinata se la COVID-19 è elencata come causa immediata o sottostante della morte, o elencata come una delle condizioni significative che contribuiscono alla morte. O, se c’è un’infezione confermata COVID-19 da un test di laboratorio – e la causa della morte non soddisfa i criteri di esclusione – come traumi, suicidi, omicidi, overdose, incidenti automobilistici, etc.».

 

Impossibile oramai sorprendersi davanti a casi come questo, che probabilmente ha migliaia, decine di migliaia di simili in tutti i sistemi di statistica sanitaria di tutti i Paesi – qualora il Paese abbia un governo o una parte della sua amministrazione interessata a manipolare il COVID per fini politici.

 

Il COVID è oramai uno strumento di guerra politica, un grimaldello per la compressione dei diritti umani, un solvente per la distruzione definitiva della classe media, un’arma per la riformulazione della società in senso totalitario della società moderna.

 

L’Occidente con l’arma politica del Coronavirus cade nel grottesco più impensabile e vergognoso

Una lettrice locale di Renovatio 21 ci aveva segnalato il caso della diciannovenne suicida in Zambia dopo che, terza in tutto il Paese in quel momento, era risultata positiva al test: le autorità la conteggiarono come morte di COVID.

 

Ma quello, uno può pensare, è il Terzo Mondo. Macché: perfino l’Occidente con l’arma politica del Coronavirus cade nel grottesco più impensabile e vergognoso.

 

 

 

 

 

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