Vaccini

Morto lo scienziato pioniere del vaccino russo COVID

Pubblicato

il

Uno dei principali sviluppatori del vaccino russo contro il coronavirus Sputnik-V, Boris Naroditskij, è morto all’età di 82 anni. Lo ha annunciato giovedì il capo ricercatore del Centro di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleya, Anatolij Altstein.

 

Il virologo non ha specificato la causa della morte di Naroditskij, che ha definito «il principale creatore del vaccino Sputnik-V».

 

La sua morte è stata confermata anche dal capo del Centro di ricerca Gamaleya, Alexander Gintsburg, che l’ha definita una «enorme» perdita personale, ammettendo di essersi spesso consultato con Naroditskij su vari argomenti, inclusi problemi scientifici e questioni organizzative.

 

Il vicedirettore del Centro Gamaleya Denis Logunov, ex studente di Naroditskij, ha anche osservato che lo scienziato è stato il «padre fondatore» della piattaforma vettoriale dell’adenovirus umano, che è servita come base per lo sviluppo dello Sputnik-V nel 2020. Si tratta della tecnologia che utilizza dei virus modificati per trasportare l’RNA dentro le cellule, cambiandone la genetica, mutatis mutandis la stessa utilizzata dai sieri AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Sostieni Renovatio 21

Come scrive il sito governativo russo RT, il professor Naroditsky, che aveva un dottorato in scienze biologiche, aveva condotto ricerche sui vettori basati sugli adenovirus sin dagli anni ’80. Nel 2002, ha iniziato a lavorare presso l’Istituto di Virologia Ivanovsky, un’unità del Centro Gamaleja, dove aveva lavorato come capo ricercatore e capo del Dipartimento di genetica e biologia molecolare dei batteri, diventando in seguito vicedirettore del centro per il lavoro scientifico.

 

Nel corso della sua carriera, il Naroditskij aveva scritto oltre 200 articoli scientifici e possedeva più di 20 certificati di copyright e brevetti per le sue invenzioni. Per il suo lavoro sullo sviluppo del vaccino Sputnik-V, Naroditskij è stato insignito dell’Ordine d’Onore per il suo contributo all’assistenza sanitaria nazionale.

 

Nell’agosto 2020, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il vaccino Sputnik-V contro il COVID-19 come uno dei primi ad essere sviluppato al mondo. Lo stesso Putin si è sottoposto all’iniezione, per poi fare da «cavia» assumendo anche un vaccino nasale.

 

Lo Sputnik è stato iniettato in milioni di persone nei quasi 70 paesi che ne hanno approvato l’uso, tra cui Argentina, India, Serbia, Ungheria, Filippine e Stati Uniti. Emirati Arabi Uniti, tra gli altri.

 

Il vaccino russo non è disponibile nei Paesi occidentali, perché, si è capito, la geopolitica vaccinale seguiva la nuova cortina di ferro NATO ben prima dello scoppio della guerra ucraina. Tuttavia, esso era divenuto disponibile nella Repubblica di San Marino, che con la Russia, e il PCI italiano, aveva rapporti sin dai tempi dell’Unione Sovietica.

 

Coloro che si erano vaccinati a San Marino con lo Sputnik erano quindi finiti in un limbo legale riguardo al green pass: erano stati sierati, ma non con un vaccino riconosciuto. Fu fatto in quel caso – e solo adesso possiamo capire quanto la cosa sia grottesca – una sorta di «condono» biomolecolare per quanti avevano optato per il siero di Mosca, che, a differenza del Pfizer, era subito disponibile ad abundantiam.

Aiuta Renovatio 21

Lo Sputnik, che alla fine non sembra essere stato così apprezzato dalla popolazione russa (con un tasso di vaccinazione bassissimo), è stato realizzato con tempistiche record. Alcuni speculano sul fatto che la missione russa in Lombardia all’inizio del COVID servisse proprio a raccogliere materiale per una creazione accelerata del vaccino, magari anche in modo concordato. Sappiamo come è andata a finire: accuse di spionaggio, La Stampa degli Agnelli che va all’attacco (il direttore è quello che ora sta a Repubblica, un personaggio che qualcuno ritiene vicino ai neocon americani) e trova la risposta infuocata della portavoce degli Esteri russi Zakharova e di generali russi, che parlarono di uno zampino britannico dietro gli articoli. Ricordiamo che attualmente su quanto successo in Val Seriana per la Repubblica Italiana vige il segreto militare.

 

Il vaccino, ancora prima di esistere, era una questione geopolitica di scontro fra i blocchi – e uno strumento di controllo della popolazione interna: quando Albert Bourla, CEO di Pfizer, si vanta del fatto che FBI e CIA gli fanno continui briefing sulla «disinformazione» attorno al suo siero, sappiamo che la siringa mRNA è più di una siringa, è un fondamento dello Stato moderno nell’ora presente.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio 2023 il virologo Andrej Botikov, uno dei 18 scienziati che avevano sviluppato presso l’Istituto Gamaleja il vaccino russo basato su tecnologia a vettore virale che ha contribuito a sviluppare il vaccino Sputnik V, era stato trovato morto strangolato nel suo appartamento.

 

Come molti altri vaccini COVID (e vari vaccini in generale), il processo di realizzazione dello Sputnik ha coinvolto linee cellulari da feto abortitospecificatamente le HEK-293. La questione morale della vaccinazione è stata discussa a più riprese dalla chiesa ortodossa, non solo russa, che ha mostrato posizioni contrastanti, con toni anche molto accesi.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine di Mos.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

Più popolari

Exit mobile version