Pensiero

Mons. Viganò, «questa è la vera controrivoluzione»

Pubblicato

il

Renovatio 21 pubblica la trascrizione della sessione di domane e risposte all’evento dell’organizzazione francese Civitas.

 

 

 

Cari amici,

 

Sono molto felice per l’opportunità che mi è stata offerta di partecipare a questa edizione della vostra Università d’Estate. È per me un grande onore poter porgere i miei più cordiali saluti ai militanti di Civitas, a cominciare dal vostro Presidente Alain Escada, dal Segretario Generale Léon-Pierre Durin, dal vostro caro Cappellano, Padre Joseph e i Cappuccini della Resistenza.

 

Nel suo combattimento per la restaurazione del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo e contro l’oligarchia massonica e la setta di Davos, Civitas si trova – come Davide contro Golia – al centro della lotta dell’Alleanza Anti-Globalista che ho lanciato sotto i migliori auspici.

 

Non posso che rallegrarmi di sapere che anche Svizzera, Belgio, Italia, Canada, Spagna hanno ora fondato, sull’esempio della Francia, delle sedi sul loro territorio; credo sia altamente auspicabile che la stessa iniziativa si diffonda ovunque. È tempo che i Cattolici di tutto il mondo si uniscano in un fronte unito contro la tirannia globalista.

 

La casa costruita sulla Roccia è la Chiesa Cattolica e la Civiltà Cristiana. È anche la Francia battezzata a Reims da San Remigio, fondata sull’alleanza di Trono e Altare nel giorno dell’Incoronazione di Clodoveo, Re dei Franchi.

 

Non ci può essere rimedio ai mali del nostro tempo se non nel Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, in una società riconciliata con Dio che Lo onori e che professi pubblicamente la Fede Cattolica ricevuta dagli Apostoli e fedelmente trasmessa dalla Santa Chiesa nel corso dei secoli.

 

Questa è la vera controrivoluzione.

 

Cari amici, tenete nel cuore e nella mente l’esempio dei Martiri per preservare la Cristianità e promuovere il Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo; di questi Martiri che hanno fecondato con il loro sangue il futuro della Chiesa, della società e dei popoli! Non può esserci società giusta e prospera se non là dove regna Cristo Re e Principe della Pace. Perché la pace di Cristo può esistere solo nel Regno di Cristo: Pax Christi in regno Christi.

 

Il signor Durin mi ha anticipato di volermi porre alcune domande.

 

 

 

Eccellenza, il Vaticano II ebbe luogo più di 60 anni fa, la distruzione della liturgia 50 anni fa, Assisi quasi 50 anni fa; dopo 60 anni di disastro religioso e politico che tutto ha distrutto, durante il quale i fedeli cattolici sono disprezzati, perfino ingiustamente condannati, Vostra Eccellenza è diventata, a più di 80 anni, un implacabile anticonciliare. Qual è il motivo per cui Ella ha deciso solo ora di agire?

Ho già avuto occasione di testimoniare nei miei interventi passati il mio cammino di progressiva consapevolezza della crisi che affligge la Chiesa cattolica e delle cause profonde dell’attuale apostasia. Come ho detto allora, il mio impegno al servizio diplomatico della Santa Sede (prima come giovane segretario presso le Rappresentanze Pontificie in Iraq e Kuwait, poi a Londra; in Segreteria di Stato; e poi come Capo Missione a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa; poi come Nunzio Apostolico in Nigeria; e ancora presso la Segreteria di Stato come Delegato per le Rappresentanze Pontificie, poi come Segretario Generale del Governatorato ed infine come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti); il mio impegno – dicevo – al servizio della Santa Sede, che ho cercato di esercitare dedicandovi tutto il mio tempo e le mie forze, mi ha completamente assorbito, rendendo praticamente impossibile una riflessione profonda sugli eventi che si svolgevano nella Chiesa.

 

Questo non mi ha impedito tuttavia di nutrire forti perplessità interiori e persino critiche alle «novità» introdotte dopo il Concilio. Penso in particolare ai gravi abusi liturgici, alla crisi della vita religiosa, penso al pantheon di Assisi, alle deplorevoli richieste di perdono per le Crociate, ad esempio, durante il Giubileo dell’anno 2000. Penso anche a ciò che avevo potuto percepire da giovane studente all’Università Gregoriana di Roma. Compresi che tutto ciò derivava dai nuovi principi stabiliti dal Concilio.

 

Ma fu solo molto più tardi, di fronte ai gravissimi scandali dell’allora Cardinale McCarrick e di tutta la sua rete omosessuale, e di fronte agli ancor più gravi scandali di Bergoglio, che il legame intrinseco tra corruzione dottrinale e corruzione morale mi apparve in tutta la sua evidenza, così come le cause profonde della crisi che imperversa da decenni nella Chiesa, generata dalla rivoluzione conciliare.

 

E non ho potuto tacere.

 

Il disastro era prevedibile fin dall’inizio. Ma come ho spiegato, eravamo stati educati – nella nostra formazione al ministero sacerdotale e ancor più in quella al servizio diplomatico – a ritenere impensabile che il Papa e l’intera Gerarchia cattolica potessero abusare della loro autorità, esercitandola per uno scopo contrario a ciò che Nostro Signore ha voluto per la sua Chiesa. Eravamo stati formati a non mettere in discussione l’autorità dei Superiori.

 

E questo è stato sfruttato da chi, proprio approfittando della nostra obbedienza e del nostro amore verso la Chiesa di Cristo, piano piano, passo dopo passo, ci ha condotto ad accettare nuove dottrine, estranee a quelle che la Santa Chiesa ha sempre insegnato, soprattutto riguardo all’ecumenismo e alla libertà religiosa.

 

Del resto, come nella Chiesa la deep church si è estesa per gradi verso la dissoluzione del corpo ecclesiale, così nell’ambito civile il deep state è sviluppato in modo direi simile, attraverso una progressiva infiltrazione fino alle forme tiranniche del Nuovo Ordine Mondiale, del World Economic Forum e dell’Agenda 2030.

 

Anche in questo caso ci si potrebbe chiedere: perché i cittadini non si sono ribellati alla sovversione dello Stato da parte degli insorti che hanno preso il potere con lo scopo di distruggere le istituzioni che avrebbero invece dovuto servire per il bene comune?

 

Molti risponderebbero: Non potevamo immaginare il loro disegno malvagio, il loro piano per renderci schiavi di un sistema iniquo. Non potevamo credere che quando parlavano di democrazia o di sovranità popolare, volessero assoggettarci gradualmente a un potere totalitario radicalmente anticristiano.

 

Ritengo che il fatto di non aver compreso ieri la natura del processo rivoluzionario in atto, possa essere scusabile; mentre il fatto di non capire oggi è irresponsabile e ci rende complici di un colpo di stato mondiale nelle questioni temporali e dell’apostasia in ambito ecclesiale.

 

Ringraziamo quindi coloro che molto prima di noi, con la loro voce profetica, hanno lanciato l’allarme per la minaccia che gravava sia sulla società civile che sulla Chiesa cattolica.

 

 

Grazie, Monsignore. Le faccio una seconda domanda: cosa pensa di Monsignor Lefebvre e della sua lotta, in particolare nel suo atto controverso come le Consacrazioni del 1988? 

Guardo all’Arcivescovo Lefebvre con ammirazione e grande gratitudine per la sua fedeltà e il suo coraggio. Coraggio e fedeltà invincibili di fronte a tante avversità, ostilità, e persino all’accanimento da parte di una Gerarchia conquistata alle idee della modernità e infiltrata dai massonici sostenitori di un progetto di distruzione capillare, senza precedenti, di cui oggi realizziamo l’impatto devastante nelle sue estreme conseguenze.

 

Monsignor Lefebvre deve essere considerato come un sant’uomo, non come uno scismatico! Come fervente missionario e confessore della Fede, zelante difensore della Tradizione, del Sacerdozio e della Messa cattolica. Si è esposto a gravi sanzioni, fino alla scomunica, perché riteneva più giusto dover obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, mantenere e trasmettere la Tradizione piuttosto che abbracciare dottrine moderniste.

 

La sua vita è segnata dalla pietà, dallo spirito di sacrificio, dal senso del dovere, dalla rettitudine di coscienza e da una grande coerenza interiore. La sua è una vita donata a Dio e alla Chiesa, dedita al servizio delle anime, all’evangelizzazione, all’insegnamento e alla predicazione della sana Dottrina, alla celebrazione del Santo Sacrificio e alla formazione dei giovani chiamati al Sacerdozio.

 

Una vita che è tutta una testimonianza della solidità della Fede trasmessaci dagli Apostoli, dai Romani Pontefici, dai Concili e dai Santi Dottori della Fede e per la quale i Martiri hanno versato il loro sangue.

 

Alcuni giudicano le Consacrazioni del 1988 «un passo di troppo»; altri vi riconoscono una necessità vitale per la salvaguardia della Messa di tutti i tempi.

 

Monsignor Lefebvre ha colto l’urgenza dei tempi che stiamo vivendo e il dramma di una situazione che è ulteriormente peggiorata e che si è ulteriormente aggravata negli ultimi anni, rendendo più evidente lo stato di eccezione in cui ci troviamo. C’è chi parla di disobbedienza; noi parliamo di fedeltà!

 

Monsignor Marcel Lefebvre ha continuato a insegnare e a fare ciò che la Santa Chiesa ha sempre fatto e insegnato. Si oppose al liberalismo, alla distruzione della Messa e dell’intero edificio liturgico della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, della vita religiosa e della Morale cristiana.

 

Lo ripeto: alcuni parlano di disobbedienza, noi parliamo di fedeltà! 

 

 

Grazie Monsignore. Ho un’ultima domanda per Lei, prima di darle la parola per un breve intervento finale. Eccellenza, potrebbe spiegarci in poche parole il progetto dell’Alleanza Anti-Globalista di cui ha parlato, e come parteciparvi concretamente?

L’Alleanza Anti-Globalista è un appello che ho lanciato lo scorso novembre, consapevole della gravissima minaccia senza precedenti che incombe sull’intera umanità in quest’ora della Storia. Consapevole anche dell’urgenza di formare ovunque un fronte di resistenza volto a contrastare il colpo di stato planetario orchestrato da un’élite potentissima in vista dell’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, intrinsecamente disumano e anticristico.

 

Non ho mai avuto la pretesa di diventare il leader di un movimento o di assumerne l’organizzazione. Come un seminatore, ho gettato il seme ai quattro venti, perché sia raccolto con saggezza e porti frutto. Non posso misurare lo stato della sua germinazione.

 

La situazione attuale, tanto a livello delle varie Nazioni quanto sulla scena internazionale, è molto complessa, oscura e difficile da decifrare. Sappiamo solo che dobbiamo prepararci interiormente agli eventi che ci aspettano e implorare il Cielo per un intervento di Dio.

 

Solo una cosa è certa: è impossibile risolvere con mezzi umani la crisi civile ed ecclesiale in cui stiamo sprofondando. L’uomo deve prima inginocchiarsi davanti al suo Dio e al suo Re, Nostro Signore Gesù Cristo. Nazioni e Popoli devono riconoscere la sua Signoria, e la Chiesa per prima deve restituire al Re la Corona che gli usurpatori gli hanno tolto. Rimettiamo dunque Cristo al centro dei nostri cuori e al centro di tutto, Lui che è l’Alfa e l’Omega. Cerchiamo prima il Regno e la sua giustizia, e anche il resto ci sarà dato in sovrappiù.

 

 

Durin: Grazie, Eccellenza. Peccato che non possa vedere le persone nella sala e la loro gioia di aver sentito un vero Vescovo rivolgersi a loro, ripetendo loro le verità eterne della Chiesa. Grazie ancora dai Cappuccini, dai Domenicani di Avrillé che sono qui, da padre Morgan che è qui con noi. Grazie di tutto Monsignore. Le do la parola un’ultima volta ringraziandola personalmente per tutto quello che ha fatto per noi.

Caro Monsieur Durin, anch’io mi rammarico molto di non aver avuto l’opportunità di vedervi e soprattutto di essere con voi in questa felice occasione di incontro, per rendere grazie, per pregare insieme la Vergine Maria in questa vigilia della festa della sua Assunzione, Lei che è la Patrona principale della Francia.

 

Rinnoviamo dunque il nostro atto di speranza e volgiamo lo sguardo alle cose del cielo. Sostenuti dalla materna protezione e intercessione della Vergine Maria, la Donna vestita di Sole che schiaccia sotto i suoi piedi la testa del Drago infernale, possiamo perseverare nei combattimenti di quaggiù, con accresciuta forza e coraggio, ma anche con umiltà e fiducia.

 

Di tutto cuore vi benedico tutti:

 

Benedicat vos omnipotens Deus Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

 

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

 

 

 

Renovatio 21 pubblica questo scritto per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

Più popolari

Exit mobile version