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Mons. Viganò: «la gerarchia cattolica trasformata in una lobby di pervertiti»

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato su X la notizia proveniente dalla diocesi di Santa Fe, nello Stato americano del Nuovo Messico, secondo cui l’arcivescovo avrebbe reintegrato nelle sue facoltà un sacerdote che ha trascorso dieci anni a San Francisco come «partner domestico» di un altro uomo.

 

La reintegrazione del prete sarebbe avvenuta il 20 gennaio 2001. Il consacrato si era preso un «congedo» ventotto anni prima, il che significa che era stato lontano dal sacerdozio sin dal 1993. È stato riportato che durante questo periodo il prete ha trascorso dieci anni in una relazione omosessuale impegnata (ufficialmente registrata presso i tribunali della California), ha sostenuto con forza il «matrimonio» tra persone dello stesso sesso e ha svolto un ruolo attivo nel movimento per i «diritti» LGBT – un attivismo che, scrive la Lepanto Foundation, mantiene ancora oggi.

 

«Decenni di deliberata infiltrazione di elementi corrotti e ricattabili, con la vile complicità dei vertici della Chiesa Cattolica, hanno trasformato la sua gerarchia in una lobby di eretici pervertiti, preoccupati solo di assecondare i propri turpi vizi e di circondarsi di personaggi che li condividano» scrive il Viganò a commento dello scandalo novomessicano.

 

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«Ma oltre allo scandalo per l’ascesa di personaggi indegni e corrotti, non va dimenticata l’opera di criminale epurazione di quegli elementi dottrinalmente e moralmente sani – sacerdoti e vescovi, fra cui anche me stesso – la cui sola presenza rendeva evidente questo devastante golpe nella Chiesa. La loro cinica e spietata persecuzione grida vendetta al cospetto di Dio».

 

«Se un’intera classe politica tiene ben nascosta la lista di Jeffrey Epstein per evitare che il sistema eversivo globalista crolli sotto il peso di uno scandalo di proporzioni immani, un’intera classe di Prelati tiene segreti i dossier sulla “lavender mafia” che da decenni devasta la Chiesa Cattolica, in modo da non gettare discredito sulla chiesa conciliare e sinodale».

 

Il termine, emerso negli ultimi anni, «lavender mafia» («mafia della lavanda») si riferisce alla rete informale del clero omosessuale all’interno della Chiesa cattolica, accusata di esercitare influenza per proteggere i propri membri e promuovere un’agenda che in contrasto con gli insegnamenti tradizionali della Chiesa, in particolare sulla sessualità ma anche riguardo la liturgia, due dimensioni che sembrano correlate nell’opera di eversione ecclesiastica slatentizzatasi con il Concilio Vaticano II.

 

Viganò conclude con le parole della Scrittura: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà ancora fede sulla terra? (Lc 18, 8)»

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