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Mons. Schneider: «Stiamo vivendo una battaglia spirituale tra verità e menzogna»

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Durante un recente viaggio in Francia, dove ha ordinato due sacerdoti e due diaconi per la tradizionale messa in latino presso l’Istituto del Buon Pastore, il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Nur Soltan, la capitale del Kazakistan nota pochi anni fa con il nome di Astana, ha concesso un’intervista alla giornalista web indipendente Gabrielle Cluzel del sito Boulevard Voltaire.

 

Qui Monsignor Schneider ha affermato molto chiaramente che l’Islam è una falsa religione.

 

«Viviamo in una battaglia spirituale tra verità e menzogna. Tra la vera religione, che è solo la fede cattolica, che è stata rivelata da Dio e donata a tutti gli uomini, e le altre religioni, e in modo speciale l’Islam, che è una religione molto forte, anche politicamente»

«Viviamo in una battaglia spirituale tra verità e menzogna. Tra la vera religione, che è solo la fede cattolica, che è stata rivelata da Dio e donata a tutti gli uomini, e le altre religioni, e in modo speciale l’Islam, che è una religione molto forte, anche politicamente. Il clero deve essere molto onesto, per dire che ci sono pericoli intrinseci in questa religione: l’elemento della violenza fisica, l’intolleranza, la discriminazione nei confronti di persone considerate non musulmane, cittadini di seconda classe» dice il vescovo nell’intervista riportata da Lifesitenews.

 

In contrasto con la narrativa pro-migrazione di tanti vescovi europei, Schneider ha avvertito che la tendenza politica ad accogliere sempre più migranti musulmani in Francia e in Europa – una situazione che ha definito «l’islamizzazione de facto della Francia e ora dell’Europa» – non può che significare l’islamizzazione è solo una questione di tempo.

 

Invitando al «vero zelo apostolico missionario» di fronte all’Islam, il vescovo Schneider ha detto che «dobbiamo offrire ai nostri fratelli e sorelle che sono cittadini musulmani la felicità di ascoltare anche la verità della fede cattolica».

 

Gabrielle Cluzel ha quindi chiesto a monsignor Schneider lo stato religioso della Francia e in particolare la crisi del coronavirus. Il vescovo ha sottolineato che la Francia, nonostante il suo laicismo derivato dalla Rivoluzione francese, lo ha ancora impressionato con la sua mobilitazione pubblica per il diritto al culto pubblico durante i lockdown COVID, quando centinaia di fedeli di tutte le età si sono uniti a manifestazioni di preghiera per protestare contro «misure arbitrarie» da parte del governo laico.

«Gran parte della popolazione si è lasciata intimorire perché aveva già vissuto in mezzo a una visione solo del corpo, non della spiritualità, non della visione che c’è ancora una vita eterna, che c’è ancora l’immortalità dell’anima. È stata una dimostrazione dello stato della nostra società, completamente materialista e che vive una nuova religione»

 

Riferendosi alla crisi del COVID, il vescovo Schneider l’ha definita la manifestazione di una «nuova religione»: «la religione del corpo, o la religione della sola salute del corpo, con tutte le sue forme di paura, intimidazione, panico…».

 

«Gran parte della popolazione si è lasciata intimorire perché aveva già vissuto in mezzo a una visione solo del corpo, non della spiritualità, non della visione che c’è ancora una vita eterna, che c’è ancora l’immortalità dell’anima. È stata una dimostrazione dello stato della nostra società, completamente materialista e che vive una nuova religione».

 

Il 4 dicembre 2018, Monsignor Schneider scrisse a Renovatio 21, che lo aveva informato della battaglia intrapresa contro l’uso delle cellule di feto abortito nell’industria vaccinale, condannando, ben due anni prima della querelle sui vaccini fatti con feti abortiti, «la barbarie del nuovo cannibalismo» costituita dall’uso di innocenti per la ricerca e produzione di farmaci.

 

 

 

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Immagine screenshot da YouTube

 

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