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Misterioso tentato assassinio della Kirchner: immagini e pensieri

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La vicepresidente argentina Cristina Kirchner è sopravvissuta al più incredibile attentato che si possa immaginare: l’attentatore tira il grilletto due volte a bruciapelo, puntando l’arma sulla sua faccia – ma nessuna conseguenza.

 

Il fatto è al limite del miracoloso.

 

La pistola era caricata con cinque colpi, ha riferito il presidente Alberto Fernández. «Cristina rimane in vita perché, per un motivo non ancora tecnicamente confermato, la pistola, che conteneva cinque proiettili, non ha sparato», ha detto in una trasmissione televisiva nazionale, descrivendo l’attacco come «l’incidente più grave da quando abbiamo recuperato la democrazia» nel 1983.

 

Il Fernández forse dimentica l’attentato contro la Associazione Mutualità Israelita Argentina (AMIA) di Buenos Aires (1994), che – tra giudici trovati morti e accuse internazionali – rimane ancora misteriosamente irrisolto. Di questo fatto, e di quelli che alcuni ritengono sarebbero i legami con la Kirchner, parleremo più sotto.

 

Tornando all’attentato fallito contro la vedova Kirchner, è da notare che esso è avvenuto davanti a moltissimi testimoni, una vera folla di sostenitori che l’aspettava fuori da casa sua casa.  La vicepresidente stava uscendo dal suo veicolo quando una pistola è emersa dalla folla per essere portata a pochi centimetri dal suo viso.

 

Vi sono quindi moltissimi video dell’accaduto.

 

 

Le autorità argentine affermano che l’attentatore è un 35enne di origine brasiliana che vive nel Paese dal 1998. L’aggressore è stato subito arrestato mentre si trovava tra i suoi sostenitori della Kirchner. Si chiamerebbe Fernando André Sabag Montiel, e le foto che circolano di lui lo mostrano con un tatuaggio del Sonnenrad, il Sole Nero (simbolo dell’esoterismo SS) sul gomito, similmente agli uomini del Battaglione Azov (e non solo loro, in Ucraina)

 


«L’attacco è avvenuto mentre il vicepresidente sta affrontando un processo per presunti atti di corruzione durante la sua presidenza 2007-2015 – accuse che lei nega con veemenza e che hanno portato i suoi sostenitori a circondare la sua casa nell’elegante quartiere Recoleta della capitale argentina» scrive l’agenzia Associated Press.

 

 

Una manifestazione oceanica di sostenitori della Kirchner si è tenuta poche ore fa a Buenos Aires.

 

 

Un vecchio video riemerso in queste ore mostra un discorso pubblico della Kirchner piuttosto ammiccante: «se mi accade qualcosa, che nessuno guardi ad Oriente. Guardate al Nord».

 

 

Al momento, niente è chiaro di questo incredibile, inedito, attentato fallito a bruciapelo.

 

Ricordiamo solo un particolare, riguardo al giudice Alberto Nisman, quello che indagava sul mega-attentato anti-ebraico del 1994, trovato morto il 19 gennaio 2015 nel suo appartamento accanto ad una pistola calibro 22.

 

«Nisman quel giorno doveva testimoniare in Parlamento contro l’allora presidente Cristina Kirchner, rea di aver coperto gli agenti iraniani che nel 1994 piazzarono una bomba al Centro ebraico (AMIA) di Buenos Aires, uccidendo 85 persone» scrive un articolo de La Repubblica del 2017.

 

Secondo il giudice Julian Ercolini, che ha prodotto una memoria da 656 pagine, «sono state raccolte prove sufficienti per concludere che la ferita letale alla testa non è stata autoinflitta e che è stato un omicidio. Ercolini ha anche incriminato Diego Lagomarsino, ex collaboratore del giudice Nisman, di complicità nell’omicidio del magistrato».

 

Continua l’articolo de La Repubblica:

 

«L’ex presidente è stata accusata all’inizio dell’anno di tradimento proprio grazie alle prove raccolte di Nisman sul suo ruolo per coprire gli agenti iraniani. Il tutto per normalizzare i rapporti con la Repubblica Islamica ed ottenere petrolio e prezzo di favore, riferisce il giornale israeliano Haaretz».

 

Ebrei, nazisti, israeliani, iraniani. Pistole che fanno cilecca clamorosamente.

 

Anche a Buenos Aires, un mistero dopo l’altro.

 

 

 

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