Cina

Missili cinesi cadono vicino Taiwan. In allerta anche il Giappone

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Il lancio dei Dongfeng rientra nelle esercitazioni militari in risposta alla visita di Nancy Pelosi a Taipei. I cinesi hanno aggiunto una settima zona per le proprie manovre. Una di queste si sovrappone alla zona economica esclusiva nipponica, che Pechino dice di non riconoscere.

 

 

La Cina ha sparato una serie di missili balistici Dongfeng nelle acque vicino Taiwan, parte delle esercitazioni militari avviate oggi in riposta alla visita nella capitale taiwanese di Nancy Pelosi, speaker della Camera Usa dei rappresentanti.

 

Secondo il ministero della Difesa di Taipei, i missili sono finiti in mare in due distinti punti a sud-ovest e nord-est dell’isola. Mentre Pelosi era ancora in missione a Taiwan – tra ieri e l’altro ieri – Pechino aveva annunciato manovre aeronavali e missilistiche in sei aree marittime vicino al territorio taiwanese, interdette al passaggio di navi e velivoli non autorizzati.

 

I cinesi hanno aggiunto oggi una settima zona di esclusione a est dell’isola, con operazioni prolungate fino all’8 agosto.

 

Tre delle sei zone d’interdizione segnalate dai media cinesi di Stato sconfinano nelle acque territoriali di Taiwan, un fatto senza precedenti che rischia di portare a una escalation militare tra le due parti.

 

I lanci missilistici di oggi mettono in allerta anche il Giappone. I Dongfeng cinesi hanno colpito un’area di esercitazione – quella a nord-est di Taiwan – che si sovrappone alla zona economica esclusiva giapponese, nei pressi delle isole Sakishima, prefettura di Okinawa (v. foto).

 

 

Su due di queste Yonaguni e Miyako, ci sono basi delle Forze armate nipponiche; su una terza, Ishigaki, è in costruzione un avamposto con sistemi missilistici terra-aria e anti-nave.

 

La regione comprende anche le isole Senkaku, bagnate dal Mar Cinese orientale, che i cinesi chiamano Diaoyu e rivendicano come proprie anche se sono amministrate da Tokyo.

 

Preoccupati dalle attività militari cinesi, le autorità nipponiche hanno sollecitato le flotte pescherecce presenti di solito nei pressi di Yonaguni – il territorio giapponese più vicino a Taiwan – di tenersi a distanza per evitare incidenti con le unità navali di Pechino.

 

In merito alla sovrapposizione delle aree cinesi di esercitazione con la propria zona economica esclusiva, il governo di Tokyo ha contattato Pechino per via diplomatica. Ieri il ministero cinese degli Esteri ha detto però che le manovre militari a largo di Taiwan sono «legittime e necessarie» e che la «Cina non accetta il concetto di una cosiddetta zona economica esclusiva giapponese».

 

Una delle aree di interdizione annunciate dalla Cina sborda anche nella zona economica esclusiva delle Filippine.

 

 

 

 

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Immagini da AsiaNews.

 

 

 

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