Digiuno

Misericordia e digiuno: meditazione di San Pietro Crisologo

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Renovatio 21 pubblica questa meditazione di San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa contenuta nei suoi Discorsi, 43, PL 52, 320

 

 

Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare.

 

Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione…

 

Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno.

 

Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c’è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Sacrificio a Dio è uno spirito contrito; un cuore contrito e umiliato tu, o Dio, non disprezzi»” (Sal 51,19).

 

Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia

Uomo, offri a Dio la tua anima e offri l’oblazione del digiuno, purché sia pura l’ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che implora in tuo favore. Ma perché tutto ciò sia accettato, sia accompagnato dalla misericordia.

 

Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia.

 

Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia.

 

Ciò che è la pioggia per la terra, è la misericordia per il digiuno.

Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sradichi i vizi, semini le virtù, chi digiuna non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia

 

Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sradichi i vizi, semini le virtù, chi digiuna non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.

 

Tu che digiuni, sappi che il tuo campo pure resterà digiuno se è privo di misericordia.

 

Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio.

 

Pertanto, uomo, perché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai.

 

Dando al povero, dai a te sesso, perché ciò che non avrai donato agli altri, non lo avrai.

 

 

 

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