IVF

Mike Pence approva i bambini fatti in laboratorio e ha provato a farne qualcuno

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L’ex vicepresidente USA Mike Pence ha dichiarato di approvare i bambini fatti in provetta e di avere lui stesso provato a produrne con la moglie.

 

Pence, che era considerato politico cristiano evangelico, ha fatto queste dichiarazioni durante la trasmissione Face The Nation. Margaret Brennan ha chiesto a Pence se le leggi pro-vita potessero includere «restrizioni al trattamento di fecondazione in vitro» (IVF) e ha affermato che Pence e sua moglie Karen si erano sottoposti a fecondazione in vitro, cioè, tecnicamente, che hanno tentato di prodursi la prole con la riproduzione artificiale, creando in laboratorio il bambino dopo che lui si è masturbato in un vasetto di plastica e gli scienziati hanno messo il suo spermatozoo in un vetrino con un ovulo prelevato chirurgicamente dall’ovaio di lei, per poi reimpiantare gli embrioni sopravvissuti.

 

L’ex vicepresidente ha detto che lui e sua moglie avevano usato la fecondazione «molte volte». Secondo quanto riferito, la coppia aveva prima provato una forma di tecnologia di riproduzione assistita chiamata Gamete Intra-Fallopian Transfer (GIFT), che consiste nel trasferimento simultaneo ma separato dei gameti maschili e femminili nelle tube di Falloppio, che non è esplicitamente condannata dalla Chiesa cattolica. I Pence si sono sposati nella Chiesa cattolica, ma ora entrambi frequentano una chiesa protestante.

 

«Sostengo pienamente i trattamenti per la fertilità e penso che meritino la protezione della legge», ha detto Pence. «Ci hanno dato grande conforto in quegli anni lunghi e difficili in cui abbiamo lottato con l’infertilità nel nostro matrimonio, e credo che mentre lavoriamo per andare avanti, possiamo proteggere i nascituri, possiamo accompagnare le donne in gravidanze in crisi, e noi può sostenere il neonato con uguale vigore».

 

 

Inutile ricordare, a cattolici e protestanti, che la fecondazione in vitro non solo compie l’aberrazione di produrre artificialmente la vita, ma uccide una quantità immane di embrioni, che – quando sopravvivono (prima e dopo l’impianto) vengono poi selezionati, scartati, o piazzati nell’azoto liquido, dove vengono tenuti nel limbo della crioconservazione in attesa di non si sa che cosa.

 

Come ripetiamo su questo sito, e praticamente solo su questo sito, attualmente la fecondazione in vitro in Italia uccide un numero maggiore di embrioni rispetto alla terribile 194, la legge del libero aborto, che altro non era se non il trampolino di lancio per la creazione (e distruzione) dell’umanità sintetica fatta in laboratorio.

 

Di più: è inutile resistere all’idea che la fecondazione in vitro, che già pratica una forma di eugenetica (sono scelti gli embrioni ritenuti «migliori»), apre la strada alla modifica genetica della prole, che a breve potrebbe perfino divenire obbligatoria («migliorare» geneticamente la propria discendenza, è già stato detto, «sarà come vaccinarli»).

 

Comunque, complimenti al movimento pro-life americano, soprattutto alla March of Life, che si è portata Pence sul palco tutta contenta… Ebbene, cari pro-life a stelle e strisce, se Pence ha fatto «cicli» di IVF, vi siete tirati addosso, mostrandolo al popolo pro-vita adorante, uno che di bambini ne ha uccisi una quantità.

 

In realtà, non dovremmo stare a giudicare nessuno. Perché, come abbiamo visto, la Pontificia Accademia per la Vita sta aprendo ufficialmente alla riproduzione artificiale, dopo anni di silenzioso assenso se non di sotterraneo incoraggiamento – la legge 40/2004, che di fatto sdogana il bambino in provetta cattolico, aveva i suoi evidente sponsores zucchettati e i suoi manovali dell’8 per mille.

 

Lo status teologico dei bambini fatti in laboratorio, poi, non è mai stato davvero affrontato da nessuno, tantomeno dalla Chiesa cattolica, che dovrebbe in teoria invece pensare solo a questo. I bambini artificiali hanno l’anima? O sono, come dice qualcuno, gli esseri di cui parla San Giovanni nell’Apocalisse quando tratta della Bestia?

 

«L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato» (Ap 13, 8).

 

 

 

 

 

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