Geopolitica

Migranti, l’esercito britannico manda un drone militare sopra la Manica

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Un drone di sorveglianza militare, utilizzato nelle guerre mediorientali, sta per prendere il volo e pattugliare il Canale della Manica, alla ricerca di migranti con i suoi sensori ad alta tecnologia, ha riferito il Daily Telegraph.

 

Il sistema aereo senza pilota Watchkeeper ha fornito alle forze armate britanniche supporto per la sorveglianza aerea in Iraq e Afghanistan per anni.

 

Il sistema aereo senza pilota Watchkeeper ha fornito alle forze armate britanniche supporto per la sorveglianza aerea in Iraq e Afghanistan per anni.

Il drone sarà lanciato dall’aeroporto di Lydd nel Kent, in Inghilterra. I membri del VII Reggimento della Reale Artiglieria  utilizzeranno l’aereo senza pilota per fornire un feed dal vivo della superficie del mare alla base per ulteriori analisi.

 

Il dispiegamento del drone arriva quando il governo britannico ha promesso di rafforzare le misure di frontiera poiché un numero record di migranti ha attraversato illegalmente il canale nei primi otto mesi del 2020.

 

Il portavoce del Ministero della Difesa britannico, scrive sempre il Daily Telegraph,  ha detto che «il dispiegamento di Watchkeeper fornisce ulteriore supporto difensivo al Ministero dell’Interno nell’affrontare il crescente numero di piccole imbarcazioni che attraversano il Canale della Manica».

«Il dispiegamento del drone Watchkeeper fornisce ulteriore supporto difensivo al Ministero dell’Interno nell’affrontare il crescente numero di piccole imbarcazioni che attraversano il Canale della Manica»

 

«Fornirà una capacità di sorveglianza e ricognizione di primo piano, fornendo informazioni alle forze di frontiera e consentendo loro di intraprendere azioni appropriate laddove necessario» sostiene il portavoce del Ministero.

 

Il drone Watchkeeper è in grado di trasportare una serie di sensori per missioni diurne e notturne; i radar lo aiuteranno a rilevare le navi sulla superficie dell’acqua poiché il paese deve rafforzare le sue capacità di sorveglianza e ricognizione nel canale a causa di un’eruzione degli afflussi di migranti negli ultimi due anni.

 

Le acque tra Francia e Inghilterra stanno diventando un cimitero acquoso d’Europa per i rifugiati, molti dei quali sono stipati in piccole navi, a rischio di ribaltamento nelle acque agitate del canale.

 

L’Italia, invece dei droni, ha le navi ONG, e talvolta come abbiamo visto negli ultimi governi quelle dello Stato, ad assistere gli sbarchi di africani, che – se il lettore non lo ha capito – non scappano né dalla guerra né dalla fame.

 

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Se si tratta di un’invasione, è più che lecito, dunque, utilizzare la tecnologia militare disponibile.

 

 

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