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Mese del Sacro Cuore: Cuore di Gesù, oggetto del compiacimento del Padre

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Questa più ampia e grande testimonianza di sottomissione e di amore, cioè l’atto di consacrazione dell’umanità al Cuore di Gesù, è del tutto propria di Gesù Cristo, perché Egli stesso ne è il principe e il sovrano maestro.

 

Ovviamente il suo impero non si estende solo alle nazioni che portano il nome di cattolici, o solo a coloro che, essendo stati battezzati, appartengono alla Chiesa se consideriamo la legge, anche se l’errore delle loro opinioni se ne allontana, o se il dissenso li separa dalla carità; ma abbraccia anche tutti coloro che sono considerati estranei alla fede cristiana, sicché è in verità assoluta l’universalità del genere umano che è soggetto alla potenza di Gesù Cristo.

 

Poiché colui che è il Figlio unigenito di Dio Padre, e che ha la sua stessa sostanza, «splendore di gloria e immagine della sua sostanza» (Eb 1,3), ha necessariamente con lui tutto in comune Padre, e quindi anche il potere sovrano su tutte le cose.

 

Ma dobbiamo considerare soprattutto ciò che Gesù afferma circa la sua potenza con la propria bocca. Al proconsole romano che lo interroga: «Sei dunque re?», risponde senza esitazione: «Tu lo dici, io sono re» (Gv 18,37).

 

E la grandezza di questo potere e l’universalità di questo regno sono confermate ancora più chiaramente da queste parole rivolte agli apostoli: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra» (Mt 28,18).

 

Ne consegue necessariamente che il suo potere è sovrano, assoluto, non soggetto alla volontà di nessuno, sicché nulla gli è uguale o gli somiglia; e poiché è dato al cielo e alla terra, il cielo e la terra devono essergli soggetti.

 

Leone XIII, Lettera Enciclica Annum sacrum, 25 maggio 1899.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di pubblico dominio CCO via Wikimedia
 

 

 

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