Geopolitica
Meno dell’1% degli americani ritiene la Russia un problema principale
Un recente sondaggio Gallup ha rilevato che meno dell’1% degli americani considera la Russia il principale problema che gli Stati Uniti devono affrontare. Il dato si è ripetuto per il quinto mese consecutivo.
Il dato è brutalmente controintuitivo rispetto all’assetto dei media mainstream che cercano di dirigere la popolazione verso cosa dovrebbero preoccuparsi.
Tuttavia, la maggior parte degli americani, curiosamente, è più preoccupata per il proprio governo (19%), l’inflazione (16%) e l’economia (12%).
Il sondaggio Gallup ha inoltre indicato che gli americani sono nel complesso meno soddisfatti della direzione del loro paese che in qualsiasi momento dal 2011, con solo il 18% che esprime ottimismo su dove stanno andando le cose.
La russofobia è, di fatto, un virus solo delle élite occidentali, e nemmeno di tutte: essa contraddistingue il mondo di neocon, il gruppo transpartitico di allievi del politologo Leo Strauss infiltrato in tutte le amministrazioni americane che preme per guerre sconsiderate come quella d’Iraq e Afghanistan.
Il gruppo dei neocon è costituito per lo più da discendenti di famiglie ebraiche fuggite dalla Russia dello Zar; l’odio verso la Russia, quindi, appare come un inarrestabile tratto genetico, trasmessosi nella psiche dei neoconi nonostante la prosperità trovata dalle famiglie in America e il dato di realtà di una Russia che, a differenza dell’URSS, non è interessata allo scontro ideologico e geopolitico on l’Occidente.
L’esempio più lampante, che facciamo spesso su Renovatio 21, è il sottosegretario di Stato con delega all’Eurasia Victoria Nuland, il vero puparo dietro alla catastrofe ucraina. Nonno Nuland (Nudelman, all’anagrafe) era un sarto ebreo della Bessarabia che fuggì dal pogrom locale del 1907. Il figlio, papà di Victoria, negli USA divenne un importante chirurgo, sia pur pieno di problemi psicologici, con una depressione tale da indurlo a pensare di lobotomizzarsi – avrebbe poi optato per l’elettroshock, da lui magnificato in un TED. La Nuland, che è stata fulcro del golpe di Maidan del 2014, viene da questo mondo, e all’università pure ha studiato russo, chissà perché. La sua politica antirussa, che si sviluppa in un’agenda altamente distruttiva dei rapporti internazionali, non è un mistero per nessuno.
La Nuland, che come riportato da Renovatio 21 di recente è passata per Kiev, è sposata con il politologo neocon Robert Kagan, il quale nel numero di maggio 2022 dell’importante rivista Foreign Affairs si è prodotto in un appello per un conflitto diretto con Mosca, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero e dovrebbero usare armi nucleari contro la Russia. L’anti-trumpiano forsennato Kagan, il fratello Frederick, la cognata lavorano tutti per il think tank neoconservatore American Enterprise Institute.
La russofobia sempre più atomica degli USA, quindi, non dipende dalla popolazione americana, ma da un numero assai ristretto di persone, forse è possibile dire che vengono da un numero esiguo famiglie dalla storia particolare.