Nucleare
Medvedev parla di guerra nucleare
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, ex presidente e primo ministro (2008-2020), ha avvertito sul suo account Telegram, che gli «strateghi» americani forse dovrebbero pensare, per una volta, alle conseguenze della loro trentennale politica di trattare la potenza nucleare russa come un nemico.
Agli strateghi americani non importava quando lasciavano altri Paesi tra «sangue, rovine, devastazione politica ed economica» a causa delle loro «guerre senza senso».
Ora la Russia è l’obiettivo di quella partita.
«La Russia deve essere umiliata, limitata, scossa, divisa e distrutta. Come risuonerà questo nel prossimo futuro in Europa e nel mondo nel suo insieme? Non importa. Nessuno ci ha mai pensato», ha scritto l’ex presidente russo.
Ma cosa succede se l’America riesce nel suo intento di provocare una crisi politica ed economica sistemica in Russia? Se questo «Paese enorme e molto complesso» si indebolisce e si divide?
«La più grande potenza nucleare con un regime politico instabile, una leadership debole, un’economia al collasso e il numero massimo di testate nucleari mirate a obiettivi negli Stati Uniti e in Europa. O, in generale, cinque o sei “nuovi Paesi” al posto della Russia, come sognavano all’estero negli anni ’90, dove ognuno di questi “paesi” ha la sua arma strategica».
I toni di Medvedev vanno dal realista all’apocalittico.
«Questa è la vera prospettiva di una tale strategia. E poi il prossimo obiettivo è l’indebolimento totale della Cina. E poi mancano solo un paio di passi prima della più grave crisi globale, il collasso energetico e alimentare, il fallimento di tutti i sistemi di sicurezza collettiva e, presto, il grande Bang nucleare, che apre la strada a una nuova singolarità universale: il mondo sommerso».
Infine, un riferimento alla senescente America di Biden
«La Russia non permetterà mai un tale sviluppo di eventi … a differenza dell’establishment americano, che vuole la fine della nostra Patria, la Russia vuole vedere gli Stati Uniti come un Paese forte e intelligente, e non come il ultimo rifugio di coloro che gradualmente cadono nella follia senile».
«Uno Stato responsabile che svolge tutte le funzioni di un grande potere. Uno Stato che sta cercando di risolvere i suoi numerosi problemi interni e non pregiudica lo sviluppo di altri Paesi. Tutto questo è possibile» conclude con equilibrio Medvedev.
Immagine di Dmitry Medvedev via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)