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Mattarella ricorda il papa più amico della presidenza del Paese che ne occupa il palazzo e le città

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È arrivato immediatamente il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, addirittura in versione di compìto videomessaggio.

 

«Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato» dichiara il presidente, con la sua immancabile pronunzia. «La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo».

 

«Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi».

 

"Francesco, uomo di speranza", dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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I critici possono notare che protezione dei più deboli, cooperazione tra Paesi e Pace sono quanto di più distante dalle politiche attualmente auspicate dalle élite al governo dell’Occidente, che sembrano invece spingere verso la guerra contro la Russia e l’immiserimento della propria popolazione ridotta alla crisi energetica nonché alla crisi sociale indotta dall’immigrazione massiva.

 

Tuttavia Renovatio 21 vuole più semplicemente, a differenza degli altri giornali, ricordare la storia: Mattarella registra il suo videomessaggio dal Palazzo che fu del papa, chiamato ai tempi Palazzo Apostolico del Quirinale o Palazzo Papale del Quirinale, passato ad essere quindi residenza dei re paramassonici che fecero il cosiddetto «Risorgimento» per essere trasmesso, infine, alla Repubblica con i relativi cascami monarchici visibili nella presidenza.

 

La stessa città di Roma è pensata, secondo un sentire cattolico vivo fino a pochi decenni fa, come oggetto di occupazione: la città del papa è dal 1870 in mano a poteri che il papato lo hanno avversato.

 

Come riportato da Renovatio 21, la tranquillità di Bergoglio verso l’istituzione italiana (e i suoi significati occulti, vorremmo dire), si vide in chiarezza quando egli visitò il Senato italiano per la cremazione – concetto un tempo totalmente inaccettabile per i cattolici, e promosso calorosamente dai massoni – dell’ex presidente Napolitano, pure chiamato per qualche motivo «Re Giorgio», dichiarato dai diffusori di fake news come possibile figlio biologico di Umberto II.

 

Il nuovo papato, sembrò, accettava in toto l’Italia che le fu nemica giurata, e le cui istituzioni di fatto non sono cambiate.

 

L’allineamento di Bergoglio con Mattarella e l’establishment italiano è risalente. Salta agli occhi, specie a chi ha subito la persecuzione biotica degli anni scorsi, la comune posizione sui vaccini, dichiarati «atto d’amore» dal Bergoglio (che obbligò tutti i dipendenti vaticani a sierarsi) e celebrati ancora pochi giorni fa dal presidente della Repubblica premiando, contro ogni logica di riconciliazione nazionale, il virologo Roberto Burioni.

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Immagine della Presidenza della Repubblica Italiana via Wikimedia; fonte Quirinale.it

 

 

 

 

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