Bioetica

L’utero artificiale libererà le donne dalla tirannia del Patriarcato?

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Le donne non saranno mai libere finché non saranno liberate dalla tirannia della riproduzione. Questa è una delle audaci rivendicazioni fatte dalla femminista radicale Shulamith Firestone negli anni Settanta. Questa utopia sembrava irraggiungibile allora, ma la tecnologia può trasformarla in realtà grazie all’ectogenesi, o utero artificiale, scrive Kathryn McKay dell’Università di Sydney sulla rivista Bioethics.

 

«Le donne non saranno mai libere finché non saranno liberate dalla tirannia della riproduzione».

 

Questa utopia sembrava irraggiungibile allora, ma la tecnologia può trasformarla in realtà grazie all’ectogenesi

«Un tassello fondamentale dell’oppressione delle donne è il legame concettuale con la loro funzione riproduttiva, e questo deve essere eliminato … L’ectogenesi ha le potenzialità per rivoluzionare le nozioni dominanti delle categorie di genere e dei ruoli famigliari perché consente di rompere il legame concettuale tra “donna”, “madre” e la biologia femminile».

 

McKay sostiene che «abbiamo l’imperativo morale di sviluppare l’ectogenesi come mezzo di gestazione assistita». Oltre ad essere parte dell’oppressione patriarcale, il parto naturale è rischioso e pericoloso. L’alternativa, la maternità surrogata, è pericolosa ed è uno sfruttamento, inoltre «contribuisce al mantenimento delle pressioni sociali nataliste per dare alla luce figli geneticamente legati».

 

L’ectogenesi aiuterebbe anche a distruggere il disastro patriarcale che è la famiglia nucleare, eliminando la “maternità” come esperienza esclusivamente femminile.

 

«Abbiamo l’imperativo morale di sviluppare l’ectogenesi come mezzo di gestazione assistita».

 

Oltre ad essere parte dell’oppressione patriarcale, il parto naturale è rischioso e pericoloso e «contribuisce al mantenimento delle pressioni sociali nataliste per dare alla luce figli geneticamente legati»

Pertanto, siccome i genitori adottivi, consanguinei o omosessuali stanno già mettendo in discussione i presupposti natalisti e genetisti, l’ectogenesi metterà ancora più pressione su questi punti di vista.

 

L’ectogenesi rivela la possibilità che quello che finora è stato considerato il componente principale della funzione riproduttiva femminile – la gravidanza – può non includere più la donna. Se un bambino può non essere portato in grembo e partorito da una donna, allora la gravidanza e il parto non sono più fattori rilevanti dell’essere donna o madre.

 

Quindi, l’ectogenesi è il metodo di riproduzione ideale in una società che accetta i ruoli di genere fluidi:

 

«Se un bambino non è nato da una donna, ma “partorito” da un grembo artificiale, allora il ruolo di cura principale non può essere attribuito de facto a chi lo ha messo al mondo. Quindi, incoraggia una maggiore comprensione dei ruoli sociali di “madre” e “padre”, non come specifici del genere o identità biologicamente determinate».

 

Se un bambino può non essere portato in grembo e partorito da una donna, allora la gravidanza e il parto non sono più fattori rilevanti dell’essere donna o madre.

L’ectogenesi è il metodo di riproduzione ideale in una società che accetta i ruoli di genere fluidi

Sfortunatamente, la realtà dell’ectogenesi è ancora lontana. Ma McKay sottolinea che anche la sola possibilità sia determinante per mettere in discussione le norme patriarcali opprimenti.

 

Immaginare questo è un esperimento mentale che evidenzia l’assurdità delle norme di genere basate sulla biologia.

 

Michael Cook

editor di BioEdge

 

Fonte

 

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