Internet
L’UE potrebbe multare Meta-Facebook di 22 milioni di dollari al giorno
Meta, la società madre di Facebook, si troverebbe ad affrontare nuove accuse antitrust da parte dell’UE e multe giornaliere multimilionarie dopo essersi rifiutata di modificare ulteriormente il suo controverso modello «paga o acconsenti».
Il modello di Meta, introdotto nell’UE nel novembre 2023, prevede che gli utenti paghino un abbonamento per utilizzare Facebook e Instagram senza che i loro dati vengano tracciati o vengano bombardati da annunci pubblicitari personalizzati. L’abbonamento mobile iniziale costa 12,99 euro al mese.
Le autorità di regolamentazione dell’UE affermano che il modello viola le norme del Digital Markets Act (DMA), che impone alle grandi aziende tecnologiche, note come «gatekeeper», di offrire versioni alternative dei loro servizi che utilizzano meno dati personali ma che funzionano altrettanto bene. Ad aprile, il gigante tecnologico statunitense è stato multato di 200 milioni di euro per non aver rispettato questa norma.
Sostieni Renovatio 21
Nel 2024, l’azienda, proprietaria anche di WhatsApp, ha ridotto l’utilizzo dei dati personali e dimezzato il canone di abbonamento, ma la Commissione Europea ha ritenuto che le modifiche siano insufficienti. Il mese scorso, ha avvertito l’azienda che, in caso di mancata adozione di ulteriori misure, avrebbe potuto incorrere in sanzioni giornaliere fino al 5% del suo fatturato globale. Considerando il fatturato del 2024 di 164,5 miliardi di dollari, l’azienda potrebbe incorrere in sanzioni giornaliere fino a 22,5 milioni di dollari.
Tuttavia, il colosso tecnologico statunitense insiste sul fatto che «non proporrà ulteriori modifiche a meno che non cambino le circostanze», ha scritto venerdì Reuters, citando persone a conoscenza diretta della questione.
Meta ha rifiutato di commentare, ma ha precedentemente dichiarato di ritenere di essere conforme al DMA, ha osservato Reuters. L’azienda ha anche difeso il suo modello come un approccio commerciale legittimo e ha accusato la Commissione Europea di aver preso di mira ingiustamente le sue pratiche commerciali.
La controversia riflette un più ampio scontro tra le autorità di regolamentazione dell’UE e le piattaforme Big Tech sulla concorrenza digitale. Il DMA, entrato in vigore nel 2023, mira a limitare i comportamenti anticoncorrenziali e a promuovere l’equità nei mercati online.
Come riportato da Renovatio 21, Facebook sta affrontando in Kenya un’azione legale da 2,4 miliardi di dollari per contenuti di guerra diffusi sulla piattaforma.
Iscriviti al canale Telegram
Come riportato da Renovatio 21, già due anni fa Amnesty International aveva accusato Facebook di diffondere l’odio in Etiopia.
Durante la campagna elettorale, il presidente della Cambogia, che correva per la rielezione, aveva temporaneamente lasciato la piattaforma dopo che un osservatorio di Facebook aveva criticato il linguaggio in uno dei suoi video e ha raccomandato di sospendere l’account del primo ministro per sei mesi.
I famigerati «standard della comunità di Facebook» non sembrano avere troppi problemi con il battaglione Azov, con lo Zelens’kyj che ringrazia per il prezioso aiuto nello «spazio informativo».
Negli anni si sono accumulate accuse e rivelazioni su Facebook, tra cui accuse di uso della piattaforma da parte del traffico sessuale, fatte sui giornali ma anche nelle audizioni della Camera USA.
Un bizzarro, goffo spot di Facebook di qualche anno fa rivelava forse cosa la piattaforma pensa davvero dei suoi utenti, visti come vecchi pupazzi destinati al macero.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Tony Webster via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic