Geopolitica

L’Ucraina comunica il prezzo della guerra perpetua. In dollari

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In una recente intervista al Washington Post, il ministro delle finanze ucraino Serhiy Marchenko ha spiegato che, oltre a qualsiasi costo militare (e le armi leggere e pesanti che arrivano a profusione da ogni Paese NATO, Italia compresa), a questo punto sono necessari altri 5 miliardi di dollari al mese.

 

Secondo questo calcolo, 2 miliardi di dollari al mese in aiuti economici di emergenza devono provenire dall’amministrazione Biden e altri 3 miliardi di dollari al mese da altrove.

 

Marchenko ha affermato che l’Ucraina ha bisogno di «coprire questo divario in questo momento per attirare i finanziamenti necessari e vincere questa guerra». La cifra non include la somma forfettaria, ancora non specificata, per i danni subiti.

 

Durante la sua visita a Washington, la scorsa settimana, Marchenko ha incontrato ufficialmente un certo numero di alti funzionari statunitensi, ma ha anche partecipato a una cena privata meno pubblicizzata.

 

Il 21 aprile il vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo ha ospitato l’affare per Marchenko per incontrare informalmente i rappresentanti delle migliori aziende come Goldman Sachs e l’associazione dei lobbisti per la Business Roundtable.

 

Secondo quanto riportato, il totale finora dal governo degli Stati Uniti è di 5,2 miliardi di dollari negli ultimi 60 giorni: 1,5 miliardi di dollari per aiuti non militari e 3,7 miliardi di dollari in aiuti militari.

 

Un rapido calcolo della parte statunitense degli aiuti non militari vede il nuovo budget di Marchenko passare al 267% del budget precedente. E l’aumento della quota degli aiuti militari al di sopra di 1,85 miliardi di dollari al mese è ancora sconosciuto.

 

Dal momento che qualche miliardo qua e là può sommarsi, alcuni alti funzionari ucraini e alcuni membri del Congresso si sono gentilmente offerti di liberare i beni congelati della banca centrale della Banca di Russia, da consegnare all’Ucraina.

 

Finora, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha descritto questo potenziale passaggio di consegne come qualcosa sui cui pensarci un attimo, ma che alla fine va bene:

 

«Non vorrei farlo alla leggera, ed è qualcosa con cui penso che la nostra coalizione e i nostri partner dovrebbero sentirsi a proprio agio e sostenere».

 

Come riportato da Renovatio 21, nell’incredibile sequestro dei fondi russi conservati in valuta estere presso le banche centrali di altri Paesi, ha avuto un suo ruolo precipuo il primo ministro italiano Mario Draghi, che ha trattato dell’idea – definita dal Financial Times il primo vero episodio della storia di «Guerra economica» propriamente detta – direttamente con la Yellen e con la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen.

 

Il procedimento di confisca è qualcosa che non si era visto nemmeno nei confronti della Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Quanto ai fondi di «aiuto» all’Ucraina, se seguiamo i pattern visti nella sua storia, possiamo avere una certa idea di che fine faranno.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 1992 – anno della nascita della Nazione indipendente da Mosca – il debito estero era zero, grazie all’impegno della Russia ad assumere i 100 miliardi di dollari di passività dell’Unione Sovietica. I successivi governi ucraini hanno accumulato decine di miliardi di dollari in obbligazioni nei confronti di creditori esteri, incluso il Fondo monetario internazionale, gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

 

Due mesi fa il capo della Camera dei conti dell’Ucraina chiedeva ai creditori internazionali di cancellare il debiti per 57 miliardi di euro.

 

Dove siano finiti tutti quei soldi, in un Paese che se entrasse nella UE sarebbe tecnicamente di gran lunga il più povero, non è dato sapersi, ma si può intuire: nelle tasse degli oligarchi. Gli stessi che, su una falsa piattaforma anti-oligarchica, hanno coltivato e lanciato Zelens’kyj, piazzando poi il burattino al vertice di Kiev.

 

Quindi: questi 5 miliardi al mese, più spese, vitto e alloggio, mancia, etc. che fine faranno?

 

Siamo sicuri di non saperlo?

 

Faranno la fine delle armi che stiamo mandando?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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