Sorveglianza

Londra è il laboratorio di prova per la tecnologia di scansione facciale di massa

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Londra è divenuta il grande laboratorio dove tecnologie di biosorveglianza pervasiva come la face recognition (tecniche di riconoscimento facciale) vengono sperimentate ed implementate. Lo riporta Reclaim The Net, che racconta come dall’inizio del 2024, la polizia metropolitana ha trasformato silenziosamente la capitale britannica in un banco di prova per il riconoscimento facciale in tempo reale.

 

In poco più di 18 mesi, la Polizia Metropolitana di Londra ha scansionato i volti di circa 2,4 milioni di persone, scrive il sito. Da tale quantità dati biometrici sono stati effettuati 1.035 arresti, con un conseguente tasso di successo dello 0,04% «per dirla in parole povere, oltre il 99,9% delle persone scansionate non aveva commesso assolutamente nulla di illecito» scrive Reclaim.

 

La polizia tuttavia presenta il dato come un successo. Lindsey Chiswick, che supervisiona il programma di riconoscimento facciale della Met, lo definisce un punto di svolta. «Questo traguardo di 1.000 arresti è una dimostrazione di come la tecnologia all’avanguardia possa rendere Londra più sicura, allontanando i criminali pericolosi dalle nostre strade», ha affermato.

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Degli arrestati, 773 sono stati incriminati o ammoniti. Alcuni erano sospettati di reati gravi, tra cui crimini violenti contro donne e ragazze. Tuttavia bisogna tenere a mente che garantire quei 1.000 arresti, milioni di persone innocenti hanno avuto i volti scansionati e processati. «Ciò che viene definito un’attività di polizia di precisione può iniziare ad assomigliare di più a un lancio di una rete enorme nella speranza di catturare qualcosa di utile». Una grande pesca a strascico, a discapito della privacy di tutti i cittadini.

 

Il trend è in crescita costante: nel gennaio 2024, le telecamere della polizia metropolitana londinese (la «Met») hanno scansionato 36.000 volti. A novembre, il numero si avvicinava a 190.000 al mese. Nel 2025, hanno regolarmente superato quota 200.000, con febbraio che ha superato quota 300.000.

 

La «Met», che insiste a parlare di un «uso mirato», non è l’unico ente che utilizza la tecnologia, che è in via di adozione in tanti altri Paesi: due mesi fa l’Irlanda si è mossa per legalizzare il riconoscimento facciale retrospettivo.

 

Le tecnologie di riconoscimento facciale, già attive ovunque (dalla Cina all’Europa, dal Sudamerica a Israele ai Paesi Arabi) nel contesto delle telecamere di sorveglianza, ora verranno implementate sempre più dagli smartphone, come già evidente nel caso degli iPhone, dove il tasto di sblocco è stato sostituito dalla face recognition via telecamera.

 

Negli USA si è già avuto un caso di cittadino arrestato ingiustamente perché riconosciuto dalle telecamere in uno Stato mai visitato. Il Regno di Spagna già utilizza il sistema di identificazione biometrica automatica ABIS da anni.

 

Anche nell’Ucraina in guerra la tecnologia è abbondantemente utilizzata per fini militari, come l’identificazione dei soldati russi deceduti.

 

Curiosamente, le grandi aziende tecnologiche americane rifiutarono l’uso del riconoscimento facciale durante le rivolte razziali americane di Black Lives Matter del 2020.

 

Come riportato da Renovatio 21, durante il biennio pandemico nel Regno britannico si ipotizzò di usare il riconoscimento facciale per lasciare i non vaccinati fuori da pub.

 

Va aggiunta una curiosità: la polizia di Londra usa anche dei sistemi di riconoscimento facciale non elettronici, perfino più potenti degli algoritmi delle macchine. Parliamo dei super-recogniser, individui con un’eccezionale capacità di riconoscere i volti, distinguendoli anche dopo un’esposizione breve o poco frequente, a volte anche decenni dopo. Questa capacità non è un’abilità acquisita, ma piuttosto un tratto innato, con circa il 2-3% della popolazione che si qualifica come super-riconoscitore.

 

Si tratta dell’estremo opposto della prosopagnosia, cioè l’incapacità di ricordare i volti: qui invece sembra sia attiva la capacità di non dimenticarli mai, associandoli indelebilmente a nomi, anche di completi sconosciuti. In alcune circostanze, i super riconoscitori riescono a riconoscere i volti meglio dei sistemi di riconoscimento computerizzati. La scienza alla base di questo fenomeno è poco compresa, ma potrebbe essere correlata alla parte fusiforme del cervello che si trova nell’area facciale.

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L’abilità dei super recogniser è riconosciuta e impiegata variamente nell’Intelligence britannica. Nel maggio 2015, la Polizia Metropolitana di Londra ha ufficialmente formato una squadra composta da persone dotate di questa elevata capacità di riconoscimento e le ha messe al lavoro per identificare gli individui i cui volti vengono ripresi dalle telecamere a circuito chiuso. Scotland Yard dispone di una squadra di oltre 200 super-riconoscitori.

 

Nell’agosto 2018, è stato riferito che la Polizia Metropolitana aveva utilizzato due super riconoscitori per identificare i sospettati dell’attacco a Sergei e Yulia Skripal, dopo aver esaminato fino a 5.000 ore di filmati delle telecamere a circuito chiuso di Salisbury e di numerosi aeroporti in tutto il Paese. Altre forze di polizia che utilizzano i super riconoscitori includono la Polizia della Valle del Tamigi, la Polizia della City di Londra, la Polizia di Jersey e la Polizia delle West Midlands.

 

Le forze di polizia tedesche hanno fatto un uso crescente dei super riconoscitori per l’identificazione dei sospettati, come in seguito alla rivolta di Stoccarda del 2020.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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