Pedofilia

L’OMS spinge la «masturbazione della prima infanzia» e le domande sull’identità di genere per i bambini di 4 anni

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata sollecitata a ritirare una guida alle scuole sull’educazione sessuale per i bambini piccoli definita «inquietante» da molti osservatori.

 

Il documento ufficiale, chiamato Standards For Sexuality Education in Europe,  prevede che vadano fornite informazioni ai bambini sotto i quattro anni riguardo «godimento e piacere quando si tocca il proprio corpo, masturbazione della prima infanzia», che inoltre i bambini dovrebbero «acquisire consapevolezza dell’identità di genere».

Lo stesso documento dell’OMS afferma che i bambini di età compresa tra i quattro ei sei anni dovrebbero «parlare di questioni sessuali» e «consolidare la propria identità di genere».

 

Non si tratta, in realtà, di qualcosa di nuovo. Il rapporto di 68 pagine era stato pubblicato in Europa ancora nel 2010, quando suscitò polemiche e richiesta di messa al bando da parte di organizzazioni di attivisti a difesa dei bambini.

 

Tuttavia, il documento è riemerso di recente, destando grande scandalo in Gran Bretagna, dove Laure Anne Jones, ministro-ombra per il partito dei conservatori del Galles, ha dichiarato che l’OMS deve «revocare subito il consiglio».

 

Tanya Carter, del gruppo di campagna Safe Schools Alliance, ha chiesto una «inchiesta urgente» per sapere se esiste un legame tra il programma scolastico gallese e questa guida all’educazione sessuale, che ricordiamo essere emessa da organizzazioni delle Nazioni Unite come l’OMS e l’UNESCO.

 

«Troviamo estremamente preoccupante che le Nazioni Unite e l’OMS stiano promuovendo un approccio che è sperimentale, non scientifico e sembra allineato al lavoro di individui e organizzazioni non etiche, comprese quelle che promuovono l’accettazione della pedofilia» ha dichiarato Safe Schools Alliance in comunicato di fine aprile.

 

Il quotidiano Daily Mail ha contatto l’OMS per un commento. «Un portavoce dell’OMS ha affermato che sostiene la sua guida. “Le nostre linee guida riflettono fatti psicologici stabiliti sulla base di decenni di ricerca”».

 

Il documento afferma che i bambini intraprendono l’educazione sessuale dalla nascita.

 

«Fin dalla nascita, i bambini imparano il valore e il piacere del contatto fisico, del calore e dell’intimità. Poco dopo imparano cosa è “pulito” e cosa è “sporco”» scrive il libro-guida OMS. «In altre parole, si stanno impegnando nell’educazione sessuale».

 

Raccontando i fatti, il giornalista di GB News Mark Dolan ha definito la vicenda come «malata» e ha dichiarato che l’OMS può «andare all’inferno».

 

Lo scandalo riscoppiato nel Regno Unito arriva pochi giorni dopo che è emerso che due organismi ONU hanno pubblicato un rapporto che parla di depenalizzare tutte le attività sessuali «consensuali», anche tra adulti e minori.

 

Di recente abbiamo assistito anche all’appassionata difesa di Chelsea Clinton nei confronti dei libri a contenuto erotico da piazzare nelle scuole dei bambini.

 

In passato, scandali a carattere pedofilo avevano coinvolto ambienti ONU.

 

Ci fu anni fa il caso di Peter Newell, un ex consulente UNICEF attivista dei diritti dei bambini è stato condannato a più di sei anni di reclusione per aver abusato sessualmente di un dodicenne negli anni Sessanta. Newell era noto come uno degli autori del Manuale di attuazione dell’UNICEF per la Convenzione sui Diritti del Bambino che, tra le altre cose, esortava i genitori a non sculacciare i figli. Il sito web dell’Ufficio dell’Alta Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite in un post del 2013 identifica Newell come «il Coordinatore dell’Iniziativa Globale per porre fine a tutte le punizioni corporali dei bambini».

 

Nel 2017 le forze di pace ONU avevano messo in piedi ad Haiti un traffico pedofilo di bambini nemmeno adolescenti, pagati per le loro cui prestazioni in centesimi di dollaro o in biscotti. Il reportage dell’Associated Press scriveva che questo di «network pedofilo ONU», nonostante le vittime, non fu arrestato nessuno.

 

Nel 2018 Andrew MacLeod, ex capo delle operazioni del Centro di Coordinamento delle emergenze delle Nazioni Unite, in un’intervista data al tabloid britannico Sun dichiara che gli operatori delle Nazioni Unite negli ultimi dieci anni hanno violentato 60.000 persone, abusando della propria posizione verso le persone vulnerabili che in teoria avrebbero dovuto proteggere.

 

McLeod sostenne altresì che 3.300 pedofili lavorano per le agenzie delle Nazioni Unite. «I reati di stupro minorile vengono inavvertitamente finanziati in parte dai contribuenti del Regno Unito», disse l’ex alto funzionario ONU al quotidiano britannico.

 

«Ci sono decine di migliaia di operatori umanitari in tutto il mondo con tendenze pedofile, ma se indossi una maglietta dell’UNICEF nessuno ti chiederà cosa stai facendo (…) Hai l’impunità di fare tutto ciò che vuoi». Questo problema, disse McLeod, è «endemico nel settore degli aiuti di tutto il mondo».

 

Di pedofili ONU si parlava in un vecchio romanzo di Marc Saudade, Bersagli mobili (1984). Marc Saudade sarebbe lo pseudonimo dell’ex senatore PD, giornalista direttore dell’Unità nonché funzionario del gruppo FIAT Furio Colombo. Era un romanzo, scriveva un vecchio articolo de Il Giornale, «con sesso, sadismo e un pizzico di pedofilia».

 

«Bersagli mobili – spiegava sempre l’articolo de Il Giornale – parlava di funzionari ONU coinvolti in traffici di bambini laotiani e cambogiani. C’erano frasi tipo: “Da queste parti, una bambina pelle e ossa è considerata un’ottima merce”».

 

Come riportato da Renovatio 21, è recente l’esternazione del ministro spagnolo per l’uguaglianza Irene Montero che ha affermato che i bambini «possono amare o avere rapporti sessuali con chi vogliono».

 

«I bambini hanno il diritto di sapere che possono amare o avere rapporti sessuali con chi vogliono, purché basati sul consenso» ha detto il ministro durante una riunione della Commissione per l’uguaglianza del Congresso dei deputati al Parlamento spagnolo. «Questi sono diritti che devono essere riconosciuti».

 

Lo scorso giugno era emerso il caso di un «professore di etica» norvegese secondo cui la pedofilia dovrebbe essere classificata come una «sessualità innata» e che informazioni sulla pedofilia dovrebbero essere insegnate nelle scuole. La parola usata qui «destigmatizzazione».

 

A inizio anno invece un professore universitario americano aveva asserito che sarebbe un «errore» pensare che la pedofilia sia sbagliata.

 

Sempre a giugno 2022 la testata americana USA Today ha cancellato frettolosamente una serie di tweet dopo che alcuni utenti si erano scandalizzati e avevano cominciato a sostenere che equivalevano alla «normalizzazione della pedofilia». Il giornale, nominando con sicumera «la scienza», affermava che la pedofilia era «determinata nel grembo materno». Dell’anno scorso invece la notizia che i giornalisti australiani non possono più usare la parola pedofilia.

 

L’impressione sarebbe quella per cui, sì, stanno normalizzando – o addirittura legalizzando – la pedofilia. Si tratta di un bel salto nella Finestra di Overton. Come scrive Elisabetta Frezza nel libro Malascuola, «una miriade di dati oggettivi e documentali sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraverso le fasi della finestra di Overton, per diventare nella percezione diffusa una mera forma del comportamento sessuale».

 

 

 

 

 

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