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L’OMS ha lanciato un hub per la tecnologia mRNA a Città del Capo

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L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha lanciato ufficialmente il suo hub tecnologico per i vaccini a mRNA a Città del Capo, una struttura istituita durante la pandemia di COVID- 19 per aiutare i Paesi più poveri che lottano per ottenere l’accesso a farmaci salvavita. Lo riporta l’agenzia Reuters.

 

Nel 2021, l’OMS ha scelto l’azienda biotecnologica sudafricana Afrigen Biologics e il produttore locale di vaccini Biovac per un progetto pilota di prova per fornire ai Paesi poveri e a reddito medio il know-how e le licenze per produrre vaccini COVID, in quello che il Sudafrica Il presidente Cyril Ramaphosa ha quindi definito un passo storico.

 

Afrigen Biologics ha utilizzato la sequenza pubblicamente disponibile del vaccino mRNA COVID di Moderna per realizzare la propria versione dell’iniezione – chiamato AfriVac 2121 – su scala di laboratorio e ora sta aumentando la produzione, scrive Reuters.

 

Il vaccino candidato, che sarà testato sugli esseri umani all’inizio del 2024, è il primo ad essere realizzato sulla base di un vaccino ampiamente utilizzato senza l’assistenza e l’approvazione dello sviluppatore.

 

Si tratta anche il primo vaccino a mRNA progettato, sviluppato e prodotto su scala di laboratorio nel continente africano.

 

Come riportato da Renovatio 21, Moderna ha costruito un grande «campus» per la tecnologia vaccinale mRNA a Melbourne, in Australia, luogo di una delle più violente repressione delle autorità contro i dissidenti anti-lockdown e anti obbligo vaccinale del periodo pandemico.

 

Nel settembre 2021 Moderna aveva dichiarato di aver iniziato la sperimentazione umana per il vaccino per l’HIV. Poco prima uno studio africano avanzato su un vaccino Johnson&Johnson contro l’HIV era stato interrotto dopo che i dati avevano mostrato che le iniezioni offrivano solo una protezione limitata contro il virus.

 

Come noto, proprio dal Sudafrica sembra essere partita la variante Omicron, ritenuta da alcuni «il segnale della fine del COVID».

 

Un anno fa fu ipotizzato che essa sarebbe nata dall’incontro tra il coronavirus di Wuhan e l’HIV.  Il virologo sudafricano Tulio De Oliveira ha affermato che l’insorgenza di Omicron in un paziente immunocompromesso sarebbe l’origine «più plausibile» per questa variante.

 

C’è stata poi, sempre nell’Africa meridionale, la controversa ipotesi dell’«Omicron nata dalla pillola anti-COVID». Il virologo di Harvard William A. Haseltine aveva invece lanciando ancora un’altra ipotesi problematica, dicendo al Financial Times che la causa potrebbe essere il molnupiravir, il farmaco anti-COVID sviluppato da Merck, che ha risposto negando l’accusa come «infondata» e priva di «basi scientifiche».

 

 

 

 

Immagine di Adrian Frith via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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