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Lockdown a Shanghai, le autorità uccidono cani e gatti dei positivi al COVID

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Immagini sempre più scioccanti arrivano da Shanghai, città di 26 milioni di abitanti ora sotto il tallone della politica zero-COVID indetta da Xi Jinping.

 

I residenti si ritrovano ora sigillati in casa – in alcuni casi letteralmente, a quanto dicono – con poco cibo e nessuna certezza di quello che sta accadendo: come riportato da Renovatio 21, il lockdown, che doveva durare pochi giorni, è stato prolungato indefinitamente.

 

Come abbiamo riportato, secondo molti osservatori, la situazione nella città più ricca e sviluppata della Cina sta degenerando.

 

Una serie di video trapelati in rete ora mostrano un nuovo livello di degenerazione raggiunte: le autorità starebbe uccidendo i cani e i gatti dei cittadini risultati positivi al COVID. Questi ultimi, infatti, vengono spostati in centri sanitari (delle sorte di lager COVID) lasciando gli animali domestici senza cura possibile.

 

Secondo la voce che corre, sarebbe questa la motivazione dietro alle immagini rivoltanti degli uomini in tuta biologica bianca (visibili mentre presidiano Shanghai talvolta con un Kalashnikov al collo) che uccidono cani e gatti in strada.

 

 

 

 

Semplicemente impressionante il filmato con i sacchi pieni di gatti lasciati sul marciapiede in attesa di chissà quale destino tra miagolii disperati.

 

 

Nel frattempo, come riportato da Renovatio 21, la città si riempie di nuove creature: cani robotici e droni volanti progettati per controllare, spiare e dare ordini alla popolazione.

 

 


 

È difficile, a questo punto comprendere il motivo di una tale repressione. Il sospetto che abbiamo è che si possa trattare di una forma di guerra ad intra che Xi Jinping, il sovrano che aspira al potere assoluto ma non riesce ad ottenerlo, conduce contro la cosiddetta «fazione di Shanghai», una fronda di potere all’interno del Partito Comunista Cinese e la grande industria che farebbe capo all’ex presidente Jiang Zemin.

 

Si tratta di supposizioni dei sinologi esperti della politica pechinese.

 

Al momento, l’unica cosa certa è la tragedia di Shanghai: una catastrofe per i diritti umani e perfino per i diritti degli animali.

 

 

 

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