Economia

«L’isteria delle sanzioni» distruggerà l’accesso globale al cibo: parla l’ambasciatore russo all’ONU

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Vassily Nebenzia, rappresentante Permanente della Russia presso le Nazioni Unite, il 29 marzo ha pubblicato sul sito web della Missione ONU della Russia un’analisi molto schietta:

 

«Le vere cause delle gravi turbolenze che minacciano il mercato alimentare globale non sono nelle azioni della Russia, ma piuttosto nell’isteria sanzionatoria illimitata che l’Occidente ha lanciato contro la Russia senza pensare né alla popolazione degli Stati del cosiddetto Sud Globale, né al loro proprie persone».

 

 

«Il tentativo di isolamento economico, logistico e finanziario della Russia dai canali di cooperazione stabiliti negli anni stanno già creando una crisi economica di proporzioni storiche».

 

«È chiaro anche ai profani che solo il rifiuto di misure restrittive unilaterali può alleviare le tensioni dagli aspetti relativi ai trasporti, logistici e finanziari, garantire consegne senza ostacoli e stabilità dei mercati agricoli e alimentari globali», ha affermato l’ambasciatore Nebenzia.

 

La voce dell’ambasciatore russo all’ONU si aggiunge a quella del collega brasiliano, Ronaldo Costa Fihlo, che ha parlato di una possibile carestia mondiale come conseguenza delle sanzioni.

 

Il capo del Programma Alimentare Mondiale ONU David Beasley già un anno fa parlava di una «fame in proporzioni bibliche» che attanagliava il pianeta, prima della crisi ucraina e del conseguente blocco di grandi masse di grano e altre materia alimentari provenienti da Russia e Ucraina.

 

Liu Zhiqun, un economista cinese, ritiene che le sanzioni porteranno alla fame 1 miliardo di persone, configurandosi così come «la più grande violazione dei diritti umani della storia».

 

Lo stesso presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, in un discorso di due settimane fa, ha domandato «chi risponderà dei milioni di morti di fame nei Paesi più poveri per la crescente carenza di cibo?».

 

Nebenzia pochi giorni fa ha convocato il Consiglio di Sicurezza ONU per presentare provi contro i biolaboratori sostenuti dagli USA in Ucraina.

 

A fine 2021, l’ambasciatore ha posto il veto della Russia alla risoluzione sul Cambiamento Climatico.

 

 

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