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L’ISIS si lancia con gli NFT

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Diverse opere d’arte digitale che elogiano i militanti del gruppo terroristico dell’ISIS indicano che i jihadisti potrebbero espandersi nelle tecnologie finanziarie emergenti nel tentativo di aggirare il blocco dei loto contenuti da parte delle piattaforme online. Lo riporta il il Wall Street Journal, citando diversi analisti dell’Intelligence.

 

Alcuni ex-funzionari dello spionaggio USA avrebbe detto alla testa economica che un token non fungibile (NFT) decorato con il logo del gruppo terroristico e una breve descrizione di un attacco a una posizione talebana è stato creato per verificare se il modello basato su blockchain potesse essere utilizzato per raccogliere fondi e attirare membri alla causa.

 

Intitolato IS-NEWS #01, è stato uno dei tre caricati dallo stesso «artista» lo stesso giorno della scorsa settimana. Gli altri due ritraggono un uomo con la maschera antigas che sembra fabbricare esplosivi e uno scatto di confronto che mostra una sigaretta accanto a uno spazzolino da denti tradizionale per scoraggiare il fumo, un crimine sotto il governo dello Stato Islamico.

 

 

Secondo quanto riportato, le immagini sarebbero state create da un «simpatizzante» dello Stato Islamico piuttosto che da un membro in buona fede e non sono state effettivamente scambiate o vendute. Il giornale non ha ricevuto risposta alle richieste di contatto con il soggetto. L’ISIS non ha commentato l’episodio.

 

L’interesse per gli NFT può essere visto come un’indicazione che i militanti stanno sfruttando le tecnologie finanziarie decentralizzate.

 

Mario Cosby, un ex analista dell’intelligence federale, ha detto al Journal che gli NFT sono la cosa «il più a prova di censura che puoi ottenere». Il giornale osserva, però, che molti siti di social media e mercati che li vendono «rimuovono i collegamenti a NFT offensivi». Quindi, il loro potenziale di diventare virali è molto basso.

 

Infatti, OpenSea, uno dei più grandi mercati NFT, ha eliminato IS-NEWS #01 per aver violato la sua «politica di tolleranza zero per gli annunci che incitano all’odio e alla violenza» e ha cancellato l’account del poster.

 

L’«opera d’arte» è ancora disponibile tramite il protocollo IPFS, ma mentre i file archiviati su quel sistema sono estremamente difficili da rimuovere, sono anche quasi impossibili da trovare per il navigatore web occasionale.

 

I critici dei mercati NFT e di altre tecnologie finanziarie decentralizzate sostengono che le opere d’arte potrebbero fungere da flusso di entrate non solo per i terroristi, ma anche per i trafficanti di armi e droga, governi corrotti e altri tipi sgradevoli attratti dal presunto anonimato e privacy della blockchain.

 

Con l’ISIS quasi cacciato dal suo califfato del mondo reale, il gruppo non ha altra scelta che cercare reclute online, sostengono gli analisti dell’Intelligence, e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha ripetutamente chiesto la regolamentazione delle criptovalute e di altre risorse digitali, insistendo sul fatto che sono mature per  lo «sfruttamento da parte di coloro che cercano di riciclare proventi illeciti di reati».

 

Tuttavia, come scrive RT, i Bitcoin e molti altri blockchain, incluso Ethereum utilizzato per molti NFT, non sono in realtà anonimi, il che potrebbe dare ai governi un’apertura per rintracciare i jihadisti.

 

 

 

 

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