Immigrazione

«L’immigrazione di massa non funziona»: ammissioni dal premier svedese

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Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha riconosciuto che «l’immigrazione di massa semplicemente non funziona» annunciando modifiche alla politica di controllo delle frontiere del Paese che la renderebbe la più severa dell’Unione Europea.

 

Kristersson ha fatto i commenti per celebrare la Giornata nazionale della Svezia, insistendo sul fatto che era troppo facile per i migranti che non sanno nemmeno parlare svedese ottenere la cittadinanza.

 

«Sia chiaro: l’immigrazione massiva e la scarsa integrazione non funzionano», ha scritto Kristersson. «Ecco perché ora stiamo cambiando la politica migratoria della Svezia e rendendola la più severa dell’UE».

 

Il leader dei Moderaterna – il Partito Moderato d’Isvezia –ha affermato che sarebbero state introdotte nuove misure per garantire che i migranti non abbiano commesso crimini nei loro paesi d’origine e anche test per garantire che rispettino la cultura e il patrimonio svedese.

 

«Un “no” all’asilo significa “no” e devi lasciare il Paese. Dovrebbe essere ovvio, ma non lo è», ha detto il primo ministro. «Ugualmente importante, un “sì” dovrebbe significare che sei davvero coinvolto nella società svedese».

 

Kristersson ha affermato che la cittadinanza non riguarda solo l’ottenimento di un passaporto e dovrebbe essere un «contratto sociale e quel contratto sociale contiene sia diritti che obblighi», aggiungendo che fino ad ora “non c’era assolutamente alcuna aspettativa che chiunque venisse in Svezia imparerà davvero la nostra lingua», che costituisce il «collante che ci unisce».

 

Le misure sono state introdotte grazie alle pressioni politiche del partito di destra dei Sverigedemokraterna , i Democratici svedesi, che ora è il secondo partito più grande del Riksdag (il Parlamento di Stoccolma) e mantiene Kristersson al potere attraverso un accordo.

 

Il fallimento del multiculturalismo in Svezia è stato ammesso dalla stessa Magdalena Anderson, che ha preceduto Kristersson nella carica di premier, con commentatori che sono arrivati a parlare guerra civile permanente tra la vecchia tollerante Svezia e le continue violenze di bande di immigrati.

 

La Andersson aveva promesso di abolire i ghetti etnici, affermando di non voler vedere l’emergere di «città somale» nel Paese. A seguito di disordini etnici che hanno provocato il ferimento di oltre 100 agenti di polizia, la Andersson aveva dichiarato che «la segregazione è andata così lontano che abbiamo società parallele in Svezia. Viviamo nello stesso Paese, ma realtà diverse».

 

Il tasso di disoccupazione per i migranti è quattro volte superiore a quello dei nativi svedesi, con alcune aree a forte immigrazione che registrano livelli di disoccupazione fino al 78%. La Svezia ha subito anche una «Grande Sostituzione» di tipo elettorale: oltre un milione di immigrati, su un Paese da 10 milioni, avevano diritto di voto alle ultime elezioni della settimana scorsa.

 

Negli ultimi 20 anni, la Svezia ha accolto più rifugiati pro capite di qualsiasi altro Paese occidentale, un processo che ha visto la Svezia passare dall’essere uno dei Paesi più sicuri d’Europa al secondo più pericoloso del continente, dove Stoccolma si trova dietro solo alla Croazia. Descrivendo il triste fenomeno, il quotidiano tedesco Bild ha titolato: «La Svezia è il Paese più pericoloso d’Europa».

 

Come riportato da Renovatio 21, vi sono state storie di profughe ucraine che, dopo notti in cui il loro ostello è stato assediato da immigrati afroasiatici, hanno dichiarato di sentirsi più al sicuro nel proprio Paese in guerra. In momenti ulteriormente grotteschi, le autorità svedesi hanno detto alle profughe ucraine di vestirsi in modo da non provocare i migranti.

 

Il colmo si raggiunge quando si scopre, come accaduto nel 2022, che quattro rifugiati su cinque sono andati in vacanza nel Paese da cui sono fuggiti. Il fenomeno potrebbe esservi stato anche in Italia e in ogni altro Paese sottomesso alla grande ondata migratoria degli ultimi anni.

 

Sostituzione etnica sì, ma con vacanza per andare a casa a trovare la mamma e gli amici del bar.

 

Va così.

 

 

 

 

Immagine di European Parliament via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine tagliata

 

 

 

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