Geopolitica

L’ex ambasciatore USA in URSS Matlock insiste: Washington deve chiedere un cessate il fuoco in Ucraina

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«L’unico modo pratico per fermare i veri combattimenti [in Ucraina] sarebbe concordare un cessate il fuoco», scrive l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica Jack Matlock sulla rivista Responsible Statecraft.

 

Il Matlock fu ambasciatore USA a Mosca dal 1987 al 1991.

 

«In qualità di principale fornitore di armi all’Ucraina, gli Stati Uniti dovrebbero incoraggiare gli ucraini ad accettare un cessate il fuoco. In quanto sponsor delle sanzioni più punitive contro la Russia, gli Stati Uniti dovrebbero usare la loro leva per indurre la Russia ad accettare negoziati autentici durante un cessate il fuoco» scrive l’ambasciatore.

 

Matlock afferma che i negoziati devono essere privati ​​e devono comportare una rinascita della diplomazia USA-Russia che è stata ostacolata dalle espulsioni di diplomatici da entrambe le nazioni.

 

La proposta di Matlock deriva dalla sua valutazione secondo cui dobbiamo respingere il ragionamento che l’Ucraina conosce meglio, sia perché i leader ucraini non sanno cosa è meglio per il popolo americano, sia perché «sotto lo stress della guerra, [loro] potrebbero non essere i migliori giudici dei propri interessi di sicurezza finali».

 

Ad esempio, sulla questione «se gli Stati Uniti dovrebbero sostenere l’obiettivo ucraino di ripristinare il controllo su tutto il territorio che ha ricevuto quando l’Unione Sovietica si è sciolta», Matlock spiega che «ae il perseguimento di tale obiettivo accelera la progressiva distruzione dell’Ucraina, ovviamente non è nell’interesse dell’Ucraina».

 

Come riportato da Renovatio 21, non si tratta dei primi commenti realisti che il Matlock emette durante la crisi ucraina.

 

Al momento delle accuse ai russi per il presunto massacro di Bucha (che ora pare stranamente uscito dalla discussione pubblica…) Matlock ebbe parole precise:

 

«Condivido molte di queste emozioni, ma all’idea che possiamo fare di un’importante potenza nucleare un paria, [consegue] che con le nostre azioni stiamo effettivamente distruggendo quegli elementi in quella società che potrebbero portare un cambiamento positivo in futuro. Penso che non sia saggio».

 

La saggezza invece non fa difetto al penultimo ambasciatore americano presso l’URSS.

 

«Il pensare che il mondo trarrebbe beneficio dal fare della Russia, una potenza nucleare equivalente agli Stati Uniti, un paria, penso, non rappresenti davvero i nostri interessi per il futuro. Ho paura di un mondo del genere» disse durante una intervista alla CNN.

 

L’idea di fare della Russia un «paria nucleare» è totalmente folle: tuttavia pare proprio l’agenda di neocon e falchi guerrafondai dell’apparato militare-industriale che tiene in pugno Washington e il suo presidente in demenza senile.

 

 

 

 

Immagine di Anton Holoborodko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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