Pensiero

Lettera ad un’amica che non c’è più

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Ho sempre ritenuto che scrivere una lettera a qualcuno che non c’è più fosse una cosa inutile. Ciò che se ne va da questa sponda non è più, poiché quando si lascia questa sponda tutto crolla: affetto, propositi, emozioni, legami. Tutto. Tutto da questa terra se ne va, nel moto dei flussi inarrestabili di quella che è la vita e di quella che è la morte, convogliate inesorabilmente verso l’Eternità. Eternità di pene o Eternità di gioie.

 

Se questo è vero, è però altrettanto vero che, come insegna Sant’Agostino, «coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo», ed è per questo che sento il bisogno di scriverti oggi, L., amica mia, dopo 3 anni dal tuo addio.

 

Solamente per ricordare a tutti che la Vita è un dono, indisponibile, un dono gratuito per cui ringraziare il Cielo ogni mattina quando si aprono gli occhi, e ogni sera prima di chiuderli. Nel racconto della tua vita, cara amica, tu hai apprezzato la vita sacrificandoti per il lavoro nei campi, per l’agricoltura. È attraverso il lavoro nei tuoi campi e nella stalla che hai donato la tua vita, umilmente, mettendola al servizio, fin da piccola, della tua amata famiglia che con grande passione ha continuato un lavoro oggi spesso rifiutato dai giovani e non solo.

 

«Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo»

Dopo 3 anni dalla tua partenza da questa sponda, che hai lasciato in un lampo, senza nessun preavviso e come un fulmine a cielo sereno nel silenzio e nello stravolgimento di chi ti voleva bene, sono cambiate tante, tantissime cose. La mia vita in primis.

 

Mi chiedo cosa penseresti dell’attuale situazione. Mi chiedo come avresti preso tu, che eri un uragano in ogni cosa a cui ti approcciavi e che non ti facevi problemi a gridare le cose in faccia, il bavaglio alla bocca che stanno cercando di metterci chiamandolo «mascherina». 

 

Credo che degli accidenti ne avresti tirati, senza se senza ma. E credo pure che se avessi incontrato una persona per strada che non vedevi da un po’, te ne saresti infischiata delle regole di distanziamento e una bella pacca — o, perché no, un abbraccio — glielo avresti dato eccome.  

 

Mentre noi continuiamo a vivere quaggiù sentendo la tua mancanza ed affrontando un mondo sempre più difficile, complesso e pieno di insidie, tu continui a vivere e a darci la forza attraverso il tuo sorriso, vivendo nelle storie di vita, vivendo nel nome di mia figlia, Gemma Linda, alla quale sempre parlerò di te e di ciò che, con gratitudine, mi hai lasciato e donato aprendomi gli occhi sulle cose importanti di questa esistenza.

 

Continua a splendere e a sorridere come solo tu sapevi fare. 

 

A Dio, L.

 

Tuo, per sempre,

 

 

Cristiano 

 

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