Spirito
L’estate indiana dei servizi di sicurezza del Vaticano
A 87 anni e dopo 11 anni di pontificato, Papa Francesco si prepara a partire per un viaggio di oltre 30.000 chilometri verso il Sud-est asiatico. Si tratta di una sfida di sicurezza senza precedenti per coloro che saranno incaricati di proteggere il Romano Pontefice, perché diversi dei Paesi in programma per il Viaggio Apostolico sono spesso preda del terrorismo islamico o di guerre tribali.
Indonesia
Secondo The Pillar, «papa Francesco inizierà la sua visita il 3 settembre a Giacarta, la capitale dell’Indonesia, il paese più grande del Sud-est asiatico. Sarà il terzo papa a sbarcare sul suolo indonesiano dopo Paolo VI nel 1970 e Giovanni Paolo II nel 1989».
«L’Indonesia è il Paese con la più grande popolazione islamica al mondo. Si stima che l’87% degli oltre 270 milioni di abitanti della nazione siano musulmani. I cristiani, la più grande minoranza religiosa, rappresentano circa l’11%.»
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«Secondo il cardinale di Giacarta Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, le due più grandi organizzazioni islamiche indonesiane, Muhammadiyah e Nahdlatul Ulama, sono “molto aperte e tolleranti”. Ma l’Indonesia ha subito decine di attacchi terroristici nei primi decenni del XXI secolo. A volte gli aggressori si sono concentrati sulla minoranza cristiana».
«Le autorità indonesiane saranno in stato di massima allerta […] a seguito di un incidente del 31 luglio, quando una squadra antiterrorismo ha catturato un diciannovenne sospettato di aver pianificato di bombardare luoghi di culto a Malang, nella provincia di Giava orientale».
«Stanislaus Riyanta, ricercatore in intelligence, sicurezza e terrorismo presso l’Università dell’Indonesia, ha dichiarato a UCA News che il governo deve monitorare la possibilità di attacchi di lupi solitari».
Papua Nuova Guinea
Il Papa visiterà poi la Papua Nuova Guinea, che, secondo The Pillar, «ha avuto un inizio di 2024 difficile. Il 10 gennaio sono scoppiate delle rivolte nella capitale, Port Moresby, dove Papa Francesco atterrerà il 6 settembre». A febbraio, 26 persone sono morte «in uno scontro a fuoco tra tribù negli altipiani remoti del Paese, ricchi di risorse naturali, tra cui l’oro», racconta The Pillar.
Francesco sarà, dopo Giovanni Paolo II, il secondo Papa a visitare questo Paese. Secondo La Croix, «del 90% dei cristiani, il 64% è protestante (evangelico) e il 24% è cattolico. Ciò rappresenta circa 1,5 milioni di persone», per una popolazione di 9,5 milioni di abitanti.
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Timor Est
Il 10 settembre, il Papa si recherà a Timor Est, un paese che ha ottenuto l’indipendenza solo dal 2002 e che ha 1,3 milioni di abitanti, il 97% dei quali sono cattolici. Il Paese riceverà assistenza dai paesi confinanti per garantire la sicurezza papale, sicurezza che sarà «rafforzata considerevolmente», secondo The Pillar, comprese misure per prevenire le frequenti risse di strada tra studenti di gruppi rivali di arti marziali che hanno causato il caos nella capitale.
Singapore
L’ultima tappa del viaggio papale dovrebbe essere la più pacifica: Singapore, che Francesco dovrebbe visitare dall’11 al 13 settembre, è uno dei Paesi più sicuri al mondo. I rischi, se ci sono, provengono piuttosto dalla vicina Malesia, che ha una popolazione prevalentemente musulmana. The Pillar nota che «si prevede che gruppi militanti organizzino raduni contro la visita papale dell’11-13 settembre».
Aruna Gopinath, professore emerito presso la National Defence University della Malesia, ha dichiarato a UCA News: «Il pontefice ha scelto il momento sbagliato per venire [a Singapore]». Secondo lui, visitare un paese che sostiene apertamente Israele «infiammerà sicuramente i gruppi filo-islamici più accaniti». Sembra una calda estate indiana per i servizi di sicurezza del Vaticano.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic